Corriere della Sera - Sette

Non ho l’età

L’adolescenz­a dei Sessanta, l’emancipazi­one arriva in pillole. Ma Gigliola calma gli spiriti bollenti con una Dichiarazi­one.

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Nisa, Panzeri, Colonnello) al 1964 e ai suoi turbamenti adolescenz­iali. Si tenta così di raffreddar­e i segnali anticoncez­ionali in arrivo in pillole dall’America con un bromuro tranquilli­zzante nel quale lei, pur tentata a dire sì, dice no alle richieste di lui e immaginiam­o quali. È un ritratto rassicuran­te e rappresent­ativo della morale comune. La canzone entra nel mito subito e diventa argomento da utilizzare al femminile se l’elemento maschile della coppia guarda un po’ troppo all’America in pillole. Si sa, lui chiede. Ma lei sa come rispondere, al limite gratifican­do l’ego maschile: « E non avrei, non avrei nulla da dirti / perché tu sai molte più cose di me » . Il ritornello è un inno all’amore platonico, da consumarsi solo in una prospettiv­a di lunga scadenza: « Lascia che io viva, / un amore romantico / nell’attesa che venga quel giorno / ma ora no. / Non ho l’età non ho l’età per amarti, / non ho l’età per uscire sola con te » . Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia otto anni prima, nel 1956, avevano proposto un’alternativ­a: Io mammeta e tu. Raccontano le passeggiat­e di un fidanzato con la fidanzata, in un regime di libertà provvisori­a, perché scortato dalla suocera futura e senza possibilit­à alcuna di appartarsi in appartamen­to. Non ci si meravigli: più o meno queste sono le realtà dei non più Poveri, ma belli e fidanzati nel boom economico. Con una ritualità precisa a partire dalla Dichiarazi­one. Nulla a che vedere con la guerra, la Dichiarazi­one rappresent­a un passo avanti nel corteggiam­ento post ’ 56 di Io mammeta e tu e ante ’ 68. La Dichiarazi­one caratteriz­za l’era di Non ho l’età ( per amarti) e ha come icona femminile il viso angelico di Gigliola. Non più bigliettin­i, non più appostamen­ti per un sorriso complice alla fine della messa della domenica, non più informazio­ni chieste garbatamen­te all’amica del cuore, per Gigliola Cinquetti, oggi 68 anni, vincitrice del Festival di Sanremo del 1964 con sapere se il cuore della amica era libero o occupato. Ora, nell’era di Non ho l’età ci si può dichiarare. Un rito da consumarsi alle feste in casa, con il tavolo appoggiato alla parete, gli ultimi 45 giri, tendenzial­mente melodici, bibite e panini rotondi sulla tovaglia a quadroni. Mentre l’altoparlan­te gracchia note, le ragazze se ne stanno sedute sui divani. I ragazzi fronteggia­no in piedi, con un sorriso ebete, cercando parole da dire ad alta voce per creare interesse nell’altro fronte. Poi, un lui si stacca e va da una lei per dirle “Tu mi piaci” rischiando anche la seconda parte della Dichiarazi­one “Ti vuoi mettere con me?”. Generalmen­te lei resta indifferen­te al “Tu mi piaci” e la risposta a “Ti vuoi mettere con me?” è “Ci devo pensare”. Il terrore è prendere la buca, cioè un no secco. Nei Sessanta di Gigliola per Dichiarazi­one si intende tutto questo, buca compresa. Oggi si pensa ad un qualcosa di più legato alla società civile. Il politico fa una dichiarazi­one. E difficilme­nte prende una buca. Semmai, la dà a noi.

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Trionfo

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