Corriere della Sera - Sette

Lo stermino continuo dei curiosi coyote

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Ogni tanto i “tabloid” di New York sbattono in prima pagina un “coyote” fotografat­o a Manhattan, mentre passeggia in piena notte lungo strade semidesert­e. Fama immeritata di animale aggressivo anche con l’uomo, il “coyote” è soprattutt­o curioso. A New York ci arriva scendendo lungo la riva del fiume Hudson, infiladosi a Central Park, ma in un paio di occasioni è inspiegabi­lmente arrivato anche nelle strade di Midtown e nella zona di Wall Street. Nessuno ha paura, l’animale non aggredisce l’uomo ma, nonostante ciò e nonostante un divieto che risale alla presidenza Nixon, nel 1972, i coyote continuano a essere sterminati dai Wildlife Services, un’agenzia governativ­a. Niente in confronto con quanto avvenuto nel Dopoguerra, fino alla norma Nixon del 1972: in quel periodo il ministero dell’Agricoltur­a recuperò le carcasse di 3,6 milioni di coyote (altri 3 milioni di questi animali furono ammazzati senza lasciare tracce). Ora dovrebbe essere protetto o, quantomeno, non esposto: ma in America c’è anche la “lobby” dei pastori decisi a difendere le loro pecore da possibili attacchi. Un gruppo che è riuscito a ottenere dal Congresso uno stanziamen­to di 140 milioni l’anno per consentire ai Wildlife Services di eliminare “animali nocivi”, coyote compresi: negli ultimi anni ne sono stati ammazzati un altro mezzo milione.

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