Nessuno chiama più i figli con i nomi della tradizione
Tra i primi venti nomi più popolari per un neonato non ce n’è uno che appartenga alla tradizione albanese. L’ha comunicato l’Istituto nazionale di statistica, provocando la reazione di molti studiosi, preoccupati che si vada perdendo una parte dell’identità nazionale. Il fatto che per le bambine il nome più popolare sia diventato Amelia e che tra i maschi furoreggi Noel è dovuto in parte, secondo il sociologo Edmond Dragoti, docente all’Università di Tirana, alla frustrazione subita durante gli anni del comunismo, quando i nomi stranieri erano proibiti. Ora che questi divieti non ci sono più, i genitori scatenano la fantasia, non rendendosi conto, ribadisce il docente di letteratura Agron Tufa, che in questo modo trasmettono ai giovani qualcosa di artificiale, di non autentico, “soprattutto considerando la ricchezza della nostra lingua e dei nomi che essa offre”, ha detto. Un atteggiamento forse un po’ conservatore, al quale replica la mamma del piccolo Itan: «Mi chiamo Eriselda e sono stata studentessa in Italia. Ricordo bene la difficoltà di professori e amici nel pronunciare il mio nome. Immagino che anche mio figlio possa un giorno andare a studiare e vivere all’estero. Per lui ho voluto un nome che si possa pronunciare facilmente in tutto il mondo». Benvenuto quindi a Itan. E a Mateo, Samuel, Roan, Sara, Melisa e Noemi.