Compattare le confezioni.
Avviene la svolta con l’idea di Ora l’azienda conta 5.600 dipendenti in 12 Stati europei e negli Usa
autostrada Firenze- Mare è cronologicamente la seconda autostrada italiana, costruita durante il fascismo e, all’epoca, in gran parte fiancheggiata da bei filari di pini marittimi. Quei pini, l’automobilista che la percorre oggi, non li trova più. Eliminati per le quattro corsie. Se ci passa per la prima volta, invece, avvicinandosi a Lucca da Firenze incrocerà con un certo stupore una fitta corona di fabbriche, quasi tutte votate alla stessa produzione: la carta. Di svariati tipi, ma per lo più del genere tissue, ovvero quella per uso igienico e domestico. Attraversa, insomma, un vero e proprio distretto industriale, un grumo di potenza economica, a colpi di creatività addirittura in grado di far ritirare colossi multinazionali dal mercato europeo. Nulla del genere c’era quando l’autostrada nacque, nel 1933. Certo, si lavorava la carta fra Pistoia e Lucca – retaggio di antiche tradizioni – ma più a est: nella zona di Pescia, giù dall’Appennino, lì, nel comune di Villa Basilica, c’era proprio la Via delle Cartiere. La spinta alla dislocazione nella piana lucchese viene da un provvedimento per cui molto si battè il sindaco di Porcari, Vincenzo Da Massa. È una legge del 1957 che classifica la zona come area depressa e dispone una decennale defiscalizzazione alle imprese che sorgessero lì. Questi incentivi, sommati alla disponibilità di manodopera e all’impossibilità fisica di espandersi nella zona montuosa di Pescia, portano alla fioritura di cartiere intorno a Lucca. Proprio a Porcari, nei primi Anni 60 era nato in un certo senso il primo embrione dell’attuale gruppo Sofidel, celebre per i “Rotoloni Regina”. In un piccolo fondo di via Romana, davanti alla casa di famiglia, Giuseppe Lazzareschi, classe 1935, aveva messo in piedi, col fratello Marcello, una piccola cartotecnica che produceva sacchetti – quelli marrone chiaro – ad uso alimentare. Andava a comprare i rulli di carta da trasformare dalle parti di Villa Basilica, sulle rive del torrente Pescia. E lì aveva conosciuto Emi Stefani, classe 1930 ( oggi presidente del gruppo), un giovanotto che già a quattordici anni era entrato a lavorare in una cartiera.