La primavera di Wang, in nome della libertà
Piaceri&Saperi / Nel 1989, in piazza Tienanmen, per gridare «democrazia»
Il ragazzo cinese Wang vive in campagna e lavora duramente la terra insieme al padre. Ma, un giorno, il papà cade schiantato. Con i risparmi messi da parte, giorno dopo giorno, dalla mamma, la quale sogna che il figlio si possa emancipare dalla vita dei campi, Wang, a 16 anni, si trasferisce a Pechino per studiare matematica all’università. L’ambiente è allucinante: a volte i professori li portano « al carcere a vedere quelli che impiccavano o che fucilavano » . Ma sulla suggestione dell’Urss, dove, con l’avvento al potere di Gorbac ˇ ëv, si comincia a respirare aria di rinnovamento, anche gli studenti cinesi « volevano cambiare le cose storte » del loro Paese. Senza armi ma con la forza della parola. All’inizio scettico e intento solo allo di Antonio Ferrara, Up Feltrinelli, pp. 110, 10 euro. Sopra, un momento della protesta in piazza Tienanmen, avvenuta nella primavera del 1989. studio, Wang si lascia convincere dai compagni, spinto altresì dall’amore ( ricambiato) per la bella Sue, ardente propugnatrice delle nuove idee di libertà e di democrazia. È l’anno, il 1989, della cosiddetta “Primavera cinese”, con i ragazzi e le ragazze che, in piazza Tienanmen « gridavano, cantavano e suonavano, e avevano in mano cartelli, e riempivano tutta la piazza da una parte all’altra » . In piazza, 100 mila studenti, che hanno scritto una Carta dei desideri in nome delle libertà di parola e di opinione. Tra il 3 e il 4 giugno il governo risponderà con un massacro e migliaia e migliaia di morti. Sconvolgente e indispensabile. Dai 13 anni in su.