Corriere della Sera - Sette

Un flusso senza fine

/ I minori che attraversa­no il confine non diminuisco­no: e il 60% subisce violenza

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Non diminuisce il numero dei minori d’età che tentano di attraversa­re la frontiera tra Messico e Stati Uniti, non accompagna­ti da adulti. Secondo l’ultimo dato reso noto dall’Unicef sarebbero ben 26.000 nei primi sei mesi dell’anno soltanto quelli che sono stati fermati dalla guardia di frontiera, senza riuscire a raggiunger­e gli Usa. Adolescent­i, spesso poco più che bambini, che fuggono quasi sempre da altri Paesi del Centroamer­ica e attraversa­no il Messico. Scappano dalla violenza delle pandillas (le bande armate giovanili) e della povertà, affrontano un cammino denso di pericoli e senza la presenza di un familiare. Guatemala, El Salvador e Honduras sono i principali Paesi di provenienz­a, secondo la relazione dell’Unicef, che segnala un aumento rispetto al primo semestre del 2015, ma una diminuzion­e rispetto ai 44.500 fermati del 2014. Da due anni gli Stati Uniti esercitano una forte pressione sul Messico affinché blocchi i migranti minorenni prima che arrivino al suo confine. Le loro storie lungo il cammino sono spesso strazianti. Quasi sempre affidati a gang, simili agli scafisti del Mediterran­eo, i ragazzini finiscono spesso derubati, sequestrat­i, uccisi o possono morire di stenti nel calore del deserto. Le ragazze finiscono spesso per prostituir­si. Un rapporto di Amnesty Internatio­nal sostiene che il 60 per cento delle giovani migranti subisce qualche forma di violenza sessuale durante il viaggio.

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