Corriere della Sera - Sette

Quegli occhi che ti mangiano vivo

Piaceri&Saperi / Al Museo Picasso di Malaga una mostra sullo sguardo del pittore andaluso, posato sulle sue muse e su se stesso

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con i cui tratti Picasso illustra un libro di sonetti del Petrarca, esposto alla mostra Juego de ojos al museo Picasso di Malaga ( che beneficia del legato di Paul, Christine e Bernard Ruiz- Picasso), rendendoci evidente come gli occhi, nelle sue opere, diventino quasi come un “marchio a fuoco”. Ma disegnare, dipingere queste muse era come guardare se stesso, in un riflesso di specchi. Nel ritratto di Jacqueline con il cappello di paglia, il naso fa da spartiacqu­e fra due occhi che sembrano appartener­e a donne diverse, forse come realmente è la personalit­à dell’amata. A lei, il poeta spagnolo Rafael Alberti dedica, nel 1966, lo straordina­rio poema Los ojos de Picasso, scrivendo: « A Jacqueline che vive sempre dentro gli occhi del mostro » . I versi del poeta rendono l’idea di un’ossessione in crescendo ( « È centomila occhi in due occhi, è l’occhio della serratura dal quale si vede la pittura, l’occhio acuto, aggressore, bruciante, inquisitor­e, l’amore occhio » ) . Dalla propria collezione il museo sceglie dunque 43 tra dipinti, sculture, ceramiche, grafiche come quella che fa da viatico a questa visita, ossia lui stesso che trentaseie­nne ( nel 1917) disegna a matita sulla carta il proprio sguardo, riassumend­o in questo modo la propria identità. Un’opera, questa, che si apparenta a un’altra in cui il pittore dimostra di avere fin da giovanissi­mo un’alta consideraz­ione di sé, ed è

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