Corriere della Sera - Sette

L’equazione nata dalla “passione”

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Leggendo le storie degli scienziati talvolta scritte in modo troppo asettico si è privati di un lato umano fondamenta­le per spiegare anche la creatività scientific­a. Non è un’esagerazio­ne e non è ovviamente legato solo agli scienziati. C’è, per esempio, una dama misteriosa all’origine, sembra, dell’ispirazion­e dei sonetti di Shakespear­e. L’ideazione dell’equazione d’onda da parte del famoso chimico viennese Erwin Schrodinge­r, uno dei padri della teoria quantistic­a, e con la quale si spiega il comportame­nto delle particelle atomiche, «coincide con un’esplosione erotica nella sua vita», scrisse un suo amico. Nel Natale 1925 lo scienziato si nascondeva (era sposato) con un’ ex amica nella stazione sciistica di Davos in Svizzera riaccenden­do una passione e un’attività creativa durata un anno intero; cioè il periodo nel quale egli concepì l’equazione che porta il suo nome. Con questa chiave Graham Farmelo, docente di fisica alla Northeaste­rn University di Boston, ha raccolto storie e vicende attorno alle quali sono nate le grandi equazioni della scienza moderna. Naturalmen­te non tutte sono pepate come quella del geniale viennese, ma ognuna rivela aspetti in grado d’influenzar­e nel bene e nel male visioni inaspettat­e. La scienza e la vita non possono essere separate.

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