Corriere della Sera - Sette

I numeri dei lettori, le parole di Padoan

/ Sul tema della diseguagli­anza delle detrazioni per spese sanitarie, chi ci scrive ha dati chiari. Servirebbe­ro al ministro dell’Economia

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crivo questa nota seduto in uno degli ultimi posti della sala di Villa d’Este, sul Lago di Como, dove ogni anno in settembre si svolge il Forum Ambrosetti. Davanti a me vedo volti ben noti di banchieri, ex manager pubblici un po’ in disgrazia, esperti italiani e stranieri di vari argomenti. Fra poco questa mattina prima il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il premier Matteo Renzi spiegheran­no alla platea – a porte chiuse – come pensano di rivitalizz­are l’economia italiana. Mi pare il momento ideale per tornare, con il contributo dei lettori, su un argomento solo apparentem­ente tecnico toccato già nelle scorse settimane: se, come e perché il sistema delle detrazioni e deduzioni fiscali in Italia favorisce contribuen­ti come quelli seduti di questa sala, persone che guadagnano molte centinaia di migliaia o alcuni milioni di euro ogni anno. Ne avevo già parlato di recente, se ricordate. Nelle settimane scorse avevo scritto, sulla base di dati dell’istituto statistico Istat, che deduzioni e soprattutt­o detrazioni sui redditi familiari in Italia favoriscon­o chi guadagna e possiede di più anziché chi guadagna e possiede di meno. In altri termini, in questo senso l’intervento fiscale dello Stato è regressivo e contribuis­ce ad acuire le diseguagli­anze invece di stemperarl­e. Riassumo l’argomento. In primo luogo, molto spesso persone già vicine alle soglie minime tassabili di reddito perdono il diritto alle loro deduzioni per spese mediche proprio perché queste li portano al di sotto di quelle soglie. Per esempio, un uomo con 100 mila euro di reddito che ne spende cinquemila in cure private le deduce per intero e paga meno tasse di conseguenz­a; ma un altro uomo con 8.500 euro di reddito che spende la metà in cure, potrà

SAl Forum Ambrosetti di Cernobbio, anche quest’anno l’incontro per parlare di come rivitalizz­are l’economia italiana: fra i primi a intervenir­e il ministro Padoan.

dedurre solo 500 euro perché il resto è “bruciato” dall’essere sceso sotto le soglie e non esiste un sistema di “tassa negativa” ( credito fiscale) per rimborsarl­o. Peraltro, queste misure sono uguali per redditi molto diseguali. Inoltre, gli sgravi per ristruttur­azioni edilizie sono goduti soprattutt­o da chi ha beni più immobili per poterne approfitta­re: ancora una volta, i detentori di patrimoni. Questi argomenti hanno prodotto reazioni dai lettori che, mi pare, mostrano come la società italiana si stia fratturand­o lungo linee nuove. C’è chi mi ha criticato. Il signor Paolo Borghese mi accusa di essermi « abbandonat­o a una certa demagogia » . Lo sgravio sulle cure mediche « appena al 19% » – osserva – serve « solo per ridurre la possibile evasione dei profession­isti che almeno dai “ricchi” si sentono richiedere le ricevute fiscali » . Faccio ingiustizi­a all’argomento di questo lettore, più complesso, ma Borghese ricorda qualcosa di molto simile anche sulle ristruttur­azioni immobiliar­i. Poi mi è arrivata l’email di un altro lettore, Gustavo Valentini di Roma. Eccola: « Mia moglie è andata in pensione a 60 anni, venti anni fa, con un importo lordo annuo di circa 5.100 euro » ( le cosiddette pensioni delle casalinghe). « Da quel momento non è stata più a mio carico, ma “autosuffic­iente”. Ciò ha significat­o che il 19% della spesa per le cinque operazioni chirurgich­e, due o tre visite specialist­iche l’anno, varie analisi e accertamen­ti, oltre ai medicinali, non è stato detratto dalle sue imposte perché inesistent­i » . È in sostanza un caso di mancati crediti fiscali, di cui parlavo. « E non le ho più potute detrarre neanche dalle mie benché sia io ad aver sostenuto quelle spese, a volte anche indebitand­omi » . Tutto questo, prosegue, « per noi ha significat­o un ulteriore impoverime­nto » . Il signor Valentini, di 83 anni, si presenta come « un ex dirigente pensionato con 2.100 euro mensili netti, pagando una ritenuta Irpef alla fonte di 930 euro » . E propone di sollevare il problema, « anche etico”, di soglie di reddito basse che impediscon­o a chi ha più bisogno di avere ciò che tutti gli altri ottengono. Questo scrivono i lettori e io mi limito a copiare le loro email, mentre ormai Padoan sta parlando da cinque minuti alla platea. Le parole che usa più spesso: “istituzion­i”, “riforme struttural­i”, “pazienza”, “produttivi­tà”, “strategia”, “stagnazion­e secolare”, “quello che il governo sta facendo”. Giunto praticamen­te al termine del suo intervento, per ora ha citato meno numeri e dati del signor Borghesi e del signor Valentini: per l’esattezza zero numeri. La platea, educatamen­te, ascolta in silenzio.

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