Isabella, la figlia prediletta, e le battute di caccia
Nella corte medicea fu una figura di primo piano. Tanto che, quando il padre Cosimo I si recò a Roma da Pio V per ricevere il titolo di Granduca, anche a lei furono riservati i massimi onori.
(1542/1576), morta la madre Eleonora di Toledo e le sorelle Maria e Lucrezia, crebbe i fratelli Francesco e Ferdinando, un po’ a scapito del suo matrimonio (era sposata con Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano). Fu molto apprezzata anche da altri regnanti europei sia per la sua bellezza, messa in risalto dal Bronzino e dall’Allori nei ritratti, che per la cultura (componeva madri- gali). Svago di quei tempi era la caccia, e Isabella spesso accompagnava il padre Granduca nelle battute nella tenuta di
fatta edificare da Cosimo. Fu in questa dimora che lei trovò la morte, secondo la leggenda strangolata da sicari su ordine del marito geloso, che le attribuiva un amante. Ma recenti studi filologici propendono invece per una grave forma di occlusione renale. Da iniziale semplice casino di caccia divenne dimora importante, con l’aggiunta degli scaloni del Buontalenti. La Villa (a 30 chilometri da Firenze) passò nei secoli di mano in mano. Nel 1969, l’ultimo proprietario, Galliano Boldrini, la donò allo Stato. Dal 2002 è sede del