Corriere della Sera - Sette

Lungo il fiume azzurro

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I Maya questi sconosciut­i? Forse lo saranno un po’ meno, dopo aver visto questa mostra memorabile, aperta al Palazzo della Gran Guardia a Verona fino al 5 marzo, con un titolo, Il linguaggio della bellezza, che invita a una visione più emozionale che pensata. Nella loro storia scorre il fiume azzurro della civiltà. I Maya, signori dell’emisfero australe per più di duemila anni – si va dal 2000 a.C. al 1542 d.C. – sono stati matematici, scienziati, astronomi e astrologi, un po’ filosofi e un po’ maghi. Le loro profezie, che di recente sono state tradotte, sono un bollettino di sciagure apocalitti­che, come la fine del mondo prevista per il dicembre del 2012, rivelatasi poi infondata. In definitiva sono un popolo di sognatori: la mitologia maya, affollata di creature zoomorfe e animali simbolici, come il serpente piumato, è rappresent­ata in 300 “memorie”, reperti importanti disseppell­iti nei tanti siti archeologi­ci diffusi in Sudamerica, sui resti delle antiche città maya del Messico, Guatemala, del Salvador e del Belize. ROVERETO ( TN) Il mondo che non c’era,

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