Disco senza parole
Nota, il nuovo e rivela uno dei segreti meglio custoditi del suo mestiere
Si sarà già immaginato cosa diranno i miei colleghi giornalisti di questo suo nuovo disco, tutta musica strumentale, senza voce, senza testi? Diranno che Paolo Conte, davanti al mondo d’oggi, non ha più parole, si ritira inorridito e si chiude nel silenzio, come faceva Eduardo in certe commedie. « È un po’ quello che ho pensato anche io. Si dirà che questo mio disco è un modo per dire: no comment. E poi qualcuno, penso precisamente al suo collega XY, punterà il dito dicendo: “Hai abiurato la canzone per passare a un altro genere” » .
Amazing Game, Reato di alto tradimento, avvocato, c’è poco da scherzare. Cosa risponderà?
« Che no, non è così, e ci sono i fatti a dimostrarlo. I brani di Amazing Game sono degli anni Novanta. I primi dodici li ho scritti per Eugenio Montale e gli altri per spettacoli teatrali mai messi in scena » .
Cominciamo da Montale.
« Mi consegnarono dodici poesie e mi chiesero di scrivere altrettanti pezzi per celebrare il centenario della nascita del poeta. Erano tutte poesie famose, La casa dei doganieri, Ballata scritta in una clinica che insomma... » .
Non le piaceva?
« No, non è questo, m’intristiva la situazione. Però non c’era la mia poesia preferita » . « Meriggiare pallido e assorto » .
Quella dove il poeta sente « con triste meraviglia » com’è il travaglio della vita mentre cammina lungo una muraglia « che ha in cima cocci aguzzi di botti-
« Perché la vedo, vedo il muro dell’orto, i pruni e gli sterpi, vedo le formiche rosse e le cicale » . Non essendoci le parole, uno come me si deve attaccare ai titoli. Il titolo del primo pezzo dell’album,
mi ha ricordato che lei è stato il primo a usare la parola “pomeriggio” nella storia della canzone italiana. « Me lo disse Adriano Celentano la prima volta che provò Azzurro. Era il 1968 e fin lì nessuno aveva mai cantato quel momento della giornata. Non ho mai controllato però » . A me viene in mente
dell’Equipe 84, ma è dell’anno successivo. Nel disco, poi, c’è il titolo di un brano che da solo vale un testo. Parlo di ovvero:
Questa bionda è l’ultimo fantasma della bionda sagomata, amatissima da noi fan, della
zenzero, ore 6 P. U. B. S. A. G, sa Una Bionda Sugli Anni Grigi. Topolino amaranto?
« Potrebbe anche esserlo ma neanche troppo. Nasce da un fatto coloristico, mi piaceva questo biondo contro il grigio » .
La informo che questo pezzo reclama un testo. All’ascoltatore viene da dire alla bionda che passa: perché non parli?
« E va bene, lo confesso. Qui un inizio di testo c’era. Diceva: “Guarda c’è ancora gente seduta che sta aspettando Totò o la silhouette di una soubrette...” » .
E come continua? Pomeriggio Pomeriggio Pas-
« Non lo so, non sono andato più avanti » .
È un brano molto bello anche muto.
« C’è, credo, una certa atmosfera » .
Mi avventuro, P. U. B. S. A. G è un bolero ( come nella grande tradizione di
« Non proprio. È un moderato swing la prima parte, poi diventa una rumba. Ma rumba e bolero sono sempre un po’ imparentati » .
Poi c’è F. F. F. F. ( For Four Free Friends), che è musica pura, sorprendente, una musica che anche i suoi fan più accaniti non sospettavano. La suonava in segreto senza dirlo a nessuno?
« Quella è una improvvisazione collettiva free ma, ci tengo a dirlo, non free jazz.