Questa volta parliamo di ghigliottine, vinile, la Spal, Varguitas e Micòl Finzi Contini
UFFICIO RECLAMI. Luigi Damato si associa alla lettrice che desidera il mio licenziamento: « Finalmente una voce fuori dal coro dei giubilanti adoratori di D’Orrico. La gentile signora Laura Bucherelli Bartolini, ha ragione su tutto. Non chiedo la sua testa né che resti disoccupato perché in fondo lei è simpatico. La leggo volentieri, ma tutto il contorno di cui la Bartolini ha fatto sintesi è sinceramente insopportabile. Mi chiamo Luigi e spero che il mio nome non la induca a pietà. Cordialmente » . Ritiri subito la sua simpatia. E lasci perdere i cordialmente e i volentieri. Se ha scelto di allearsi alla ( gentile?) lettrice tagliatrice di teste abbia il coraggio di farlo fino in fondo. P. S. In questo contesto, effettivamente il suo nome mi induce a una certa pietà di carattere storico. Ma non le dirò adesso perché.
CITTADINANZA. Scrive Silvano Calzini a proposito del lettore che mi paragonò al calciatore Oscar Massei: « La figurina di Oscar Massei appartiene alla famiglia dei fuoriclasse di nicchia. Quella dei James Purdy, dei Robert Walser, dei Lucio Mastronardi. Bravissimi, ma poco conosciuti. Oscar Massei però era, mi correggo è, un campione di nicchia al quadrato perché giocava nella Spal che era, mi correggo è, una grande squadra di nicchia. Anzi grandissima, anche se non ha mai vinto niente. Per quel meraviglioso, e per i più ancora misterioso, nome, per quelle vecchie maglie anni Cinquanta azzurre con le maniche bianche e con i laccetti per chiudere il colletto, perché ha avuto come presidente il padre di Giorgio Bassani che a sua volta ne era un grande tifoso, perché è la squadra di Ferrara, dove viveva, mi correggo vive, la bellissima e irraggiungibile Micòl Finzi Contini. Una città che conosco bene e amo molto anche se non ci sono mai stato e dove non ho nessuna intenzione di andare e di cui mi sono autoconferito la cittadinanza onoraria, proprio come quella che nel 2007 hanno dato a Oscar Massei » .
LETTORE MEDIO. Violetta Corsi: « Il suo “Eccomi” sul Cameo del 16 settembremi ha fatto venire il desiderio di esprimere la contentezza di leggerla. Unico appunto, non riesco a stare dietro ai suoi suggerimenti della rubrica, mi fa venire voglia di conoscere » . Lei sì che è gentile, di nome e di animo, altro che « sinceramente insopportabile » , come Luigi ( XVI?), l’amico della tagliatrice di teste, pensa che sia il mio lettore medio.
DON MARIO. Marina Ventura: « Bentornato, è un piacere rileggerla. Ho acquistato in libreria e letto immediatamente La zia Julia e lo scribacchino di Mario Vargas Llosa con cui ci eravamo lasciati. Magnifico, una scrittura sontuosa, perfettamente nelle mie corde. Non ho avuto il coraggio invece di acquistare Eccomi di Foer, in libreria. Versione digitale, qualcosa che trovo sempre un po’ offensivo per l’autore. Sono ormai a metà e non mi piace. Un suo parere mi farebbe molto piacere » . Lo può prendere anche in vinile Foer, ma continuerà a non piacerle. Ma non se ne faccia un cruccio, lei è reduce dalla lettura di don Mario Vargas Llosa, uno dei più grandi di tutti i tempi, in una delle sue opere magistrali, sia felice e se ne infischi di Foer.
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