L’America non sa guardarsi allo specchio
Corriere della Sera Un altro incontro della serie “Gli Stati Uniti alle urne”
Le elezioni americane? Il risultato è incerto. È opinione comune che la vittoria di Donald Trump sarebbe una rottura rispetto al passato, ma io credo che ci sarebbero anche molti elementi di continuità con Obama, specie in politica estera » . A parlare è Manlio Graziano, professore alla Sorbona di Parigi e specialista di geopolitica, che, per la Fondazione Corriere della Sera, il 17 ottobre parteciperà, con Oliviero Bergamini, Serena Danna, Aldo Grasso e Paolo Messa, al terzo incontro del ciclo Gli Stati Uniti alle urne, intitolato “La società americana allo specchio”. « Ma io » , spiega, « non credo che gli Usa sappiano davvero guardarsi allo specchio. E lo stesso vale per Italia, Francia, Regno Unito: farlo sarebbe considerato umiliante. Un Paese che governava il mondo rifiuta sempre di aver perso la sua egemonia, territoriale o culturale. È tipico della filosofia sociale » . All’incontro, Graziano parlerà del suo ultimo libro, In Rome we trust. L’ascesa dei cattolici nella vita politica degli Stati Uniti, che descrive l’evoluzione dei rapporti tra Washington e la Santa Sede, conside- rata al pari degli Usa una superpotenza mondiale. La tesi del libro è che, pur nella diversità, l’America e il cattolicesimo tendano a strategie e obiettivi paralleli. Ma soprattutto che ci sia in questo momento storico una sorta di curiosa convergenza, per cui proprio mentre gli Stati Uniti diventano più cattolici, la Chiesa cattolica diventa più “americana”. « Negli ultimi anni » , spiega Graziano, « ho notato una presenza sempre più rilevante di cattolici tra i ruoli di responsabilità della leadership statunitense, ma soprattutto ho notato che nessuno lo aveva notato. Per questo ho deciso di scrivere il libro » . « A colpirmi è stato il fatto che i cattolici sono sovraesposti: in percentuale, nelle istituzioni, ce ne sono molti più che nella
società reale. Sono cattolici un terzo dei membri del Congresso, 19 governatori, 6 giudici su 9 della Corte Suprema, così come tutta la leadership militare, i vertici della Cia e dei servizi segreti, addirittura i due prossimi candidati a vicepresidente. Insomma, c’è una coazione a ripetere che non può essere casuale. La mia conclusione è che negli Usa i cattolici sono la parte più ricca ed “educata”, per questo entrano più facilmente nelle élite. Ma c’è anche un motivo geopolitico: gli Usa sono in declino progressivo da decenni e hanno bisogno dell’appoggio della Chiesa, che al contrario ha sempre più peso. E la Chiesa stessa si sta americanizzando: lo si vede nella nuova concezione di libertà religiosa e libertà dei principi » .