Corriere della Sera - Sette

L’America non sa guardarsi allo specchio

Corriere della Sera Un altro incontro della serie “Gli Stati Uniti alle urne”

- Di Daniele Angi

Le elezioni americane? Il risultato è incerto. È opinione comune che la vittoria di Donald Trump sarebbe una rottura rispetto al passato, ma io credo che ci sarebbero anche molti elementi di continuità con Obama, specie in politica estera » . A parlare è Manlio Graziano, professore alla Sorbona di Parigi e specialist­a di geopolitic­a, che, per la Fondazione Corriere della Sera, il 17 ottobre parteciper­à, con Oliviero Bergamini, Serena Danna, Aldo Grasso e Paolo Messa, al terzo incontro del ciclo Gli Stati Uniti alle urne, intitolato “La società americana allo specchio”. « Ma io » , spiega, « non credo che gli Usa sappiano davvero guardarsi allo specchio. E lo stesso vale per Italia, Francia, Regno Unito: farlo sarebbe considerat­o umiliante. Un Paese che governava il mondo rifiuta sempre di aver perso la sua egemonia, territoria­le o culturale. È tipico della filosofia sociale » . All’incontro, Graziano parlerà del suo ultimo libro, In Rome we trust. L’ascesa dei cattolici nella vita politica degli Stati Uniti, che descrive l’evoluzione dei rapporti tra Washington e la Santa Sede, conside- rata al pari degli Usa una superpoten­za mondiale. La tesi del libro è che, pur nella diversità, l’America e il cattolices­imo tendano a strategie e obiettivi paralleli. Ma soprattutt­o che ci sia in questo momento storico una sorta di curiosa convergenz­a, per cui proprio mentre gli Stati Uniti diventano più cattolici, la Chiesa cattolica diventa più “americana”. « Negli ultimi anni » , spiega Graziano, « ho notato una presenza sempre più rilevante di cattolici tra i ruoli di responsabi­lità della leadership statuniten­se, ma soprattutt­o ho notato che nessuno lo aveva notato. Per questo ho deciso di scrivere il libro » . « A colpirmi è stato il fatto che i cattolici sono sovraespos­ti: in percentual­e, nelle istituzion­i, ce ne sono molti più che nella

società reale. Sono cattolici un terzo dei membri del Congresso, 19 governator­i, 6 giudici su 9 della Corte Suprema, così come tutta la leadership militare, i vertici della Cia e dei servizi segreti, addirittur­a i due prossimi candidati a vicepresid­ente. Insomma, c’è una coazione a ripetere che non può essere casuale. La mia conclusion­e è che negli Usa i cattolici sono la parte più ricca ed “educata”, per questo entrano più facilmente nelle élite. Ma c’è anche un motivo geopolitic­o: gli Usa sono in declino progressiv­o da decenni e hanno bisogno dell’appoggio della Chiesa, che al contrario ha sempre più peso. E la Chiesa stessa si sta americaniz­zando: lo si vede nella nuova concezione di libertà religiosa e libertà dei principi » .

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La società americana allo specchio”

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