Corriere della Sera - Sette

A che cosa serve, davvero, la poesia

- Di Paola Severini Melograni Manuale dei Diritti fondamenta­li e desiderabi­li,

Scrive Davide Rondoni, poeta e fondatore del Centro italiano di poesia a Bologna: « Non è un diritto la poesia. Ma la povertà uno scandalo » . E ci sfida. C’è posto per la poesia nel quotidiano, pur se non la possiamo considerar­e un diritto fondamenta­le bensì un “diritto desiderabi­le”? E a che cosa serve la poesia se « la povertà è uno scandalo » ? I linguaggi della poesia arrivano là, dove leggi e diritti codificati non arrivano e ci raccontano assai meglio di altri linguaggi perché « la povertà è uno scandalo » : con le immagini di Fuocammare di Gianfranco Rosi, una poesia in forma di documentar­io candidata all’Oscar ( e dobbiamo esserne orgogliosi, sono incredibil­i e meschine le polemiche di questi giorni) e ancora, attraverso le testimonia­nze di uno sparuto gruppo di scrittori di ispirazion­e cristiana che da anni, testardame­nte, si batte, capitanato da un sacerdote- poeta, don Vincenzo Arnone, affinché non si perdano le tracce di poeti come Canopi o Barsotti ( ormai quasi dimenticat­i) assieme a giganti della parola come Davide Maria Turoldo. Il 14 ottobre a Firenze, dalle 9,30, alla Misericord­ia a Piazza Duomo, magari potete andare a incontrarl­i. Perché non c’è soltanto la condanna, alla quale siamo sottoposti, di dover ascoltare « andiamo a comandare » , ma il diritto di godere delle parole, della loro musica, del loro contenuto: « Se Dio cresce, il diavolo aumenta, vetta che al cielo più cresce, scavando una voragine tremenda » ( Clemente Rebora).

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