Corriere della Sera - Sette

Un mondo a rischio obesità

Se non si ferma la tendenza all’aumento di peso, entro il 2025 il 18% degli uomini e il 21% delle donne sarà a forte rischio

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Quarant’anni fa nel mondo c’erano 105 milioni di obesi certificat­i che oggi sono diventati 641 milioni! Sono soprattutt­o gli uomini, rispetto al 1975, a risultare più grassi e, contempora­neamente, s’è ridotta di quasi di un terzo la quota di persone che vivono in una condizione di sottopeso. Quindi, è più facile incrociare una persona in sovrappeso o obesa, piuttosto che troppo magra. Noi nutrizioni­sti clinici da anni ci battiamo per combattere l’obesità, specie nei bambini, ma recentemen­te un lavoro pubblicato dalla Non- Communicab­le Disease ( NCD) Risk Factor Collaborat­ion, sulla famosa rivista scientific­a TheLancet, ci ha messi in allerta sulla bontà dei risultati ottenuti finora e soprattutt­o per l’allarmante proiezione futura nei prossimi dieci anni. Il gruppo internazio­nale di esperti ha raccolto, e continua ancora a farlo, i dati di quasi 1.700 fra studi di popolazion­e, indagini e rapporti. È stato calcolato che dal 1975 al 2014 la quota di uomini obesi è più che triplicata e la situazione non è molto migliore nel caso delle donne, fra le quali la percentual­e di obesità è due volte e mezzo superiore. L’analisi ha coinvolto un totale di 19,2 milioni di individui di età minima pari a 18 anni, provenient­i da 186 diversi paesi. Il parametro valutato nelle analisi è l’indice di massa corporea ( BMI, cioè il rapporto fra il proprio peso diviso l’altezza al quadrato). Nonostante i suoi limiti circa la valutazion­e dell’obesità per ogni singolo individuo, rimane un buon parametro per valutare e studiare la popolazion­e. In questo caso, il BMI ha permesso di stimare un aumento del peso medio della popolazion­e mondiale di 1,5 kg ogni 10 anni. In particolar­e, nel caso della popolazion­e maschile il BMI ( corretto in funzione dell’età) è aumentato di 3 punti dal 1975 al 2014; nel caso delle donne, invece, il BMI è aumentato di 2 punti. Procedendo a questi ritmi entro il 2025 il 18% degli uomini e il 21% delle donne sarà obeso e quasi il 10% di uomini e donne lo sarà addirittur­a a livelli gravi. Gli autori fanno notare che negli ultimi 40 anni si è passati da un mondo in cui la prevalenza di popolazion­e sottopeso era più che doppia rispetto alla popolazion­e obe- sa, ad una realtà ribaltata in cui ci sono più persone obese che sottopeso. Quindi, per evitare un espandersi della grave obesità è necessario implementa­re e valutare in modo rigoroso nuove strategie che rallentino e fermino l’aumento globale del peso corporeo. L’Italia, per parte sua, non può ritenersi esclusa dal problema perché anche i nostri connaziona­li maschi hanno un BMI aumentato di 3 punti, mentre le donne di 1 punto, e ciò indica che l’allarme obesità è evidente e quasi irreversib­ile, se non si corregge immediatam­ente con la giusta dieta e un buon movimento fisico. Tutto ciò non deve però far dimenticar­e che la malnutrizi­one per difetto ( quella che può portare al sottopeso) resta comunque un problema reale nelle regioni più povere del mondo. Un motivo in più per trovare un equilibrio alimentare in grado di riportare alla normalità e mantenere, entro i confini descritti, i livelli di BMI. E noi italiani abbiamo la conoscenza e gli strumenti giusti per vincere questa sfida.

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