Classicamente attuali
L’edicola del Corriere Una collana delle principali opere greche e latine
Quando, da ragazzo, alla fine del Liceo, ho iniziato a pensare di farmi una piccola biblioteca personale, sono partito proprio da loro, dai classici della Bur: libri piccolini, con la copertina leggera, ma con un grande fascino « , ricorda Alessandro Fo, docente di Letteratura latina all’università di Siena. « Nel corso degli anni, quel fascino è rimasto inalterato, anche quando hanno cominciato a sembrare libri vecchi e superati » , aggiunge il poeta e professore, sottolineando con un tono particolare di voce quel suo « sembrare libri vecchi e superati » . In realtà, i Classici greci e latini della Biblioteca Universale Rizzoli, da oggi riproposti nella nuova collana del Corriere della Sera - il Simposio di Platone è il primo della serie, al prezzo speciale di un euro, escluso il costo del quotidiano e di Sette - « apparivano come dei minimi scrigni che potessero aprirsi a contenere tutto ciò che di importante fosse stato scritto lungo i secoli » . E non solo dai grandi nomi della letteratura del mondo greco e latino. « Provando ad andare indietro con i ricordi, c’era una particolarità che accendeva la mia fantasia: i titoli dei Classici presentavano nomi rari, esotici e, accanto ai grandi e famosi scrittori di ogni tempo e regione, anche autori del tutto inattesi » , ricorda lo studioso. Gli esempi non mancano, man mano che Fo ripercorre mentalmente i titoli: « Si andava da La natura delle cose di Lucrezio ( quarta uscita della collana, ndr) allo smilzo, prezioso dialogo Ottavio di Minucio Felice sulla spiaggia di Ostia, con i grandi temi “teologici” della vita discussi accanto ai ragazzi che giocano a far rimbalzare i sassi sulla superficie del mare » . In pratica, nei Classici greci e latini c’era già, seppure abbozzata, una traccia di eternità. Su questo aspetto, Fo, traduttore di una edizione dell’Eneide pubblicata nel 2012 da Einaudi, ha una sua teoria: « Per renderci conto di quanto un testo classico sia ancora attuale, non dobbiamo fare altro che sottoporlo al giudizio dei ragazzi: sono convinto che una lettura “a tradimento” del primo proemio di Lucrezio o della prima ecloga di Virgilio, non possa fare a meno di colpirli e sorprenderli » . Incomincia quindi da qui quel lavoro di scavo del testo, alla ricerca delle espressioni linguistiche vicine al linguaggio dei ragazzi, in modo da far navigare da soli i giovani lettori tra le pagine dei Classici. Divertendosi, come se fossero a teatro.
Come a teatro. Alessandro Fo, intervenendo qualche anno fa in una discussione sul futuro insegnamento dei classici, ricordava l’esperienza degli alunni del Liceo Alessandro Volta di Colle Val d’Elsa, dove « la viva esperienza della messinscena del teatro classico, di un’antichità rievocata, rivestita in termini d’impegno creativo, ha lasciato una profonda traccia nella memoria di generazioni di allievi » . Da una lettura veloce dei titoli della collana, saltano agli occhi i temi trattati. Si va dall’importanza dell’amore, nel Simposio di Platone, alla caducità della vita, con Seneca, dalla vicenda proto- psicoanalitica di Edipo Re, narrata da Sofocle, al quel saggio tra equilibrio e forza rappresentato dalla Guerra civile di Cesare. Sono libri scritti a distanza di quattro, cinque secoli l’uno dall’altro, ma tutto sembra magicamente tenersi. Mentre, oggi, basta leggere un successo editoriale di cinque anni fa, per trovarlo datato. Conclude Fo: « È la regola del nostro tempo: il nuovo deve scalzare di continuo un “vecchio” che risale solamente a ieri. Ma, al di sopra delle leggi di mercato, nello spazio delle cose che contano davvero ai fini di un’identità umana nobile e realizzata, mi sembra sempre valida una massima di Epicuro, vissuto tra il IV e il III secolo a. C.: Chi è dimentico del bene passato, è vecchio già oggi » .