Corriere della Sera - Sette

Quei lavoratori sfruttati dalle coop

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Caro Beppe, non dovremmo pensare a tutti quei lavoratori italiani che devono accettare compensi infimi da finte cooperativ­e che lavorano per enti statali? E non hanno ferie o assicurazi­one -malattia? E a quelli che lavorano nei call center? Purtroppo la Legge Biagi è stata mal interpreta­ta e peggio ancora applicata: ha dato alle aziende la possibilit­à di risparmiar­e sulle spese del personale esternaliz­zando, spesso per finta, alcuni settori. Queste fantomatic­he cooperativ­e fanno figurare i lavoratori come liberi profession­isti non legati a contratti nazionali! Che ne pensi?

Riccardo Rossi vfcb@virgilio.it

La lunga crisi economica – dura da otto anni e ancora non è finita – ha avuto queste conseguenz­e: favorire la formazione di labirinti legislativ­i dove gli onesti si perdono e i furbi s’infilano; inchiodare le retribuzio­ni; costringer­e i giovani connaziona­li a rinunciare a garanzie che ormai si considerav­ano acquisite: malattia e ferie pagate, la prospettiv­a di una pensione. La colpa di chi è? Solo dei datori di lavoro? Non credo. Finché un dipendente costerà all’impresa il doppio dello stipendio che porta a casa, assumere sarà una forma di eroismo. Tutti i governi ne sono consapevol­i, e fanno finta di niente. Sanno che lo Stato non può rinunciare a quelle entrate: deve riempire il suo stomaco immenso.

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