Noodles, cos’hai fatto in tutti questi anni?
/ Solo Sergio Leone può vincere contro Sergio Leone. Nella gara tra le battute più belle del cinema spunta
Come battuta più bella nella storia del cinema italiano Paolo Soraci segnala: « Sarò tardoresistenziale ma anche Totò nei Due colonnelli non è niente male. “Badate colonnello, io ho carta bianca » . “E ci si pulisca il culo!” » . Ciao Paolo ( scusate la familiarità, ma Soraci è un vecchio combattente della causa dei libri), non direi che la tua battuta ( con tutta la venerazione per il principe De Curtis) sia più bella di « Al cuore, Ramón, al cuore! » di Per un pugno di dollari. Ma toccherà ai lettori l’ultima parola.
FIGURINE PANINI. Assai incautamente, a mio parere, Lucrezia Rolle definisce “perfetta” la frase da lei proposta: « Per me la battuta più bella è nel film Pane e tulipani. Antonio Catania è a letto con la sua amante ( arrabbiato perché la moglie non torna, non dispiaciuto perché l’ha dimenticata sull’autostrada) e dopo aver fatto sesso le chiede ( dialogo fra i due in pugliese): “Già che sei qui, mi stiri un paio di camicie?”. E lei, fino a quel momento tutta miele, si gira come una vipera: “Ma che dici? Io sono la tua amante non tua moglie” » . Mi sembra che la sua scelta, cara lettrice, pecchi di militanza di genere ( non si dice così?). Il grande cinema è proprio un’altra cosa. In realtà, c’è una battuta che può fare concorrenza a « Al cuore, Ramón, al cuore! » ed è quella proposta da Roberto Patrizi ( Ancona): « Gent. mo D’Orrico ( che gentilissimo non è, ma noi lo vogliamo così...) mi appassiono alla sua rubrica, come da bambino alle figurine Panini. Sono un suo coetaneo ( un anno esatto meno di lei). Attendo il venerdì per leggere i suoi suggerimenti e le sue sublimi perfidie. È vero che “Al cuore, Ramón, al cuore!” è difficilmente battibile come meraviglia tra le citazioni cinematografiche, ma che ne dice di: “Noodles, cos’hai fatto in tutti questi anni?” “Sono andato a letto presto...”. ( C’era una volta in America e sempre Sergio Leone ovviamente). Al suo giudizio, con tanta stima. P. S. Una tirata di orecchie alla lettrice che nel numero del 7 ottobre la ricopre di critiche, anziché di complimenti. Ma, si sa, le donne a volte sono un po’ scontrose... » . Caro Patrizi, lei ha capito tutto ( dalle figurine Panini alla citazione bartaliana dal grande Paolo Conte). Ed è vero che solo Leone ( con la battuta/ Noodles/ De Niro) potrebbe vincere contro Leone ( con la battuta/ Ramón/ Eastwood). Un abbraccio generazionale.
L’ONOREVOLE RANDAZZO. Filippo Vecchietti ( Ospedaletti, Imperia) ha una candidatura da fare: « Mi permetterei di aggiungere la battuta che un grande ( ma, chissà perché?, non per Monicelli) Saro Urzì pronuncia, in Sedotta e abbandonata di Germi, allo scopo di sollecitare proficuamente il referto a un’analista un po’ abulico: “Io sono il cugino dell’avvocato che cura gli interessi del fratello dell’onorevole Randazzo”. Non so se sia particolarmente bella, ma certo è italiana “tutta d’un pezzo” » . Apprezzo ma non la farei entrare in concorso ( solo Leone può battere Leone). E grazie perché mi permette di ricordare che Sedotta e abbandonata è uno dei film più belli della storia del cinema italiano. Germi è come Giuseppe Berto, due grandi per molto tempo odiosamente osteggiati.
L’origine del termine è il latino iocus (“gioco”), passato poi in provenzale ( joglar) attraverso l’aggettivo iocularis (“scherzoso”). I giullari di ogni tempo hanno il compito ingrato di ridere e far ridere anche sulle cose più serie. Lo ricorderemo, il grande giullare Dario Fo, anche per quell’ultima battuta, quel «dite che ho fatto di tutto per campare» gettato in faccia alla morte a suggello di una vita di serissimi lazzi, quasi a volerci ricordare che nella vita tutto è iocus, anche quando giocare non è più uno scherzo.
Robert De Niro contro il Clint Eastwood di Per un pugno di dollari. Sarà questa la finalissima? Tra gli altri concorrenti, il Totò resistenziale dei Due colonnelli