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Disubbidiente, spendacciona, apolitica e alla ricerca della felicità personale. Come Lady D
ultimo contatto di Maria Antonietta con le masse, il 16 ottobre 1793, non fu sicuramente rassicurante. La regina più odiata della storia avanzava verso la ghigliottina tra due ali di una folla inferocita. Certo in quei terribili momenti non avrebbe mai potuto supporre che due secoli dopo sarebbe diventata un’icona sognata e adorata dalle ragazze di mezzo mondo. In quel frangente, era stata perfetta, malgrado fosse vestita poveramente e avesse le scarpe talmente sporche che una guardia impietosita le aveva raschiato con la baionetta la sporcizia dai tacchi. Solo passando davanti alle Tuileries aveva avuto un istante di commozione, ma quando era arrivata al patibolo era scesa senza farsi aiutare con un’agilità e una rapidità non comuni, benché avesse le mani legate dietro la schiena. Del resto aveva manifestato la stessa fermezza durante il processo, puntigliosamente ricostruito da Emmanuel de Waresquiel, nel notevole Juger la reine, Tallandier, uno dei tanti libri, saggi, romanzi e biografie, che continuano a confermare il recupero di quella regnante a lungo considerata indifendibile. Certo già allora il suo contegno nel suo ultimo giorno di vita aveva colpito anche i suoi nemici. Infatti, benché provata da una serie di emorragie, non aveva manifestato la minima paura, ma aveva mantenuto una fierezza e un contegno inaspettati in quella che veniva considerata una donna leggera e corrotta. Ma niente resta più squisito della delicatezza con cui Maria Antonietta, sul patibolo, si scusò col boia cui aveva per caso pestato un piede. Come ha fatto la regina più impopolare del mondo a diventare un mito, sbaragliando secoli di accuse e di calunnie? Certo c’erano stati pochi ma famosi estimatori, dai fratelli Goncourt a Stefan Zweig col suo mirabile Maria Antonietta, una vita involontariamente eroica ( Castelvecchi). Ma erano tentativi isolati non ancora in grado di rovesciare il mito nero della sovrana. Un esempio: negli Anni 50, un monarchico che alle Folies Bergères di Parigi si era alzato per protestare contro una presa in giro della regina – « Non è vero, Maria Antonietta era una santa! » – aveva subito ricevuto dal gerente dello storico locale un’offerta per ripetere ogni sera quella scena che aveva fatto sbellicare gli spettatori. Nel bicentenario della sua nascita, la sciagurata sovrana aveva ricevuto un feroce attacco dalla più snob e più deliziosa delle scrittrici inglesi, Nancy Mitford. Infastidita dalle celebrazioni, Nancy aveva dimenticato il suo naturale senso dell’umorismo per definire Maria Antonietta « frivola senza essere divertente, stravagante senza essere elegante, di una stupidità monumentale » . Senza alcun dubbio, aveva concluso, meritava la pena di morte.
Spogliata di abiti e gioielli non aveva potuto affrontare la plebaglia da vera eroina dellamoda