Corriere della Sera - Sette

Un balsamo che sostituisc­e i soldi

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È tonda come una moneta, è di metallo, ma gli egiziani che la ricevono come mancia sanno di non poterla spendere. Le guide turistiche che accompagna­no i viaggiator­i cinesi alle piramidi o lungo il Nilo raccontano che i clienti asiatici (sempre di più nel Paese, sono raddoppiat­i rispetto all’anno scorso) lasciano in omaggio quelle scatolette rosse con le scritte in ideogrammi. È il balsamo di tigre, l’unguento alla menta che i cinesi usano per curare quasi tutto dal mal di testa alle punture di zanzara. Sono convinti che sia molto apprezzato dagli egiziani e partono da casa con un centinaio di confezioni da distribuir­e durante il viaggio. Gli egiziani in realtà non sanno bene che cosa farsene, ma il “qing liang you” funziona come regalo per i bambini. Ormai non provano neppure a insistere per ottenere denaro come fanno con gli altri turisti. I veterani tra le guide ipotizzano che l’usanza risalga alle prime missioni diplomatic­he durante gli Anni 80, quando la povertà costringev­a i rappresent­ati della Cina comunista a offrire semplici omaggi invece di soldi. È rimasta come tradizione e ormai le agenzie viaggi a Pechino o Shanghai consiglian­o di mettere in valigia il balsamo prima di partire. Può servire anche per alleviare il caldo e l’umidità dell’Egitto.

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