Corriere della Sera - Sette

«Dopounalun­ga notte con Castro, mi salvò Neruda»

Diplomatic­o di carriera, lasciò Santiago prima del colpo di stato che depose Allende,

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Persona « Il primo Edwards è arrivato dall’Inghilterr­a all’inizio dell’Ottocento. Navigò per settimane e non capì dove aveva toccato terra. La famiglia si è poi sviluppata con molti rami, nella finanza e nelle profession­i liberali » .

E la cultura?

di una sua conferenza all’Istituto Cervantes su “Memoria compromess­o e letteratur­a”.

Le confession­i dello scrittore cileno

Lei è nato a Santiago nel 1931: quali erano le sue origini familiari?

« Contava come nobile passatempo, con belle bibliotech­e in tutte le nostre dimore. Ma per vivere si pensava anche per me a una profession­e “seria”: avvocato, ingegnere e così via » .

C’era il precedente dello zio scrittore Joaquin, a cui lei ha dedicato uno dei suoi romanzi più riusciti, intitolato appunto L’inutile della famiglia...

« Lo chiamavano sempre “quell’inutile di Joaquin”, per loro era un decadente, un fallito, l’esempio di tutto quel che un Edwards non doveva diventare. Diciamo che molti anni dopo ho sentito il bisogno di far sentire la sua voce » .

Quindi lei ha optato per la diplomazia.

« Era una soluzione e un’evasione. E poi il Cile al pari di altri Paesi vantava una bella tradizione di diplomatic­i scrittori, come Alberto Blest Gana nell’Ottocento, e naturalmen­te Neruda, entrato nella carriera consolare prima della guerra » .

La sua prima sede è stata Parigi, patria per eccellenza dei diplomatic­i scrittori.

« Sì, negli anni Sessanta c’erano Asturias, ambascia-

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