Quando l’obbiettivo è femminile.
La mafia, i pazienti in manicomio, i travestiti: a Milano gli scatti delle fotografe
GLI SCATTI SUGLI ORRORI della mafia di Letizia Battaglia, i travestiti nei vicoli genovesi di Lisetta Carmi, le donne recluse nei manicomi di Carla Cerati. Sono tre pioniere dei fotoreportage al femminile degli Anni 60, quando il mestiere di fotografa era appannaggio quasi esclusivo dei colleghi maschi. Con il femminismo, la professione è conquistata. Le donne si rivelano osservatrici curiose, partecipi, empatiche. Le pioniere e le altre, Chiara Samugheo, Marzia Migliora, Moira Ricci, solo per citarne tre, sanno dare allo scatto un valore aggiunto in dolcezza, comprensione, solidarietà. Di questo sguardo speciale racconta, alla Triennale di Milano, una mostra che riunisce per la prima volta le migliori artiste fotografe italiane degli ultimi cinquant’anni. Grazie al lavoro raccolto da Donata Pizzi, fotografa a sua volta, e alla curatrice Raffaella Perna. L’altro sguardo. Fotografe italiane. 1965-2015, fino all’ 8 gennaio ( triennale. org).