Corriere della Sera - Sette

I cani? Sono “antidepres­sivi naturali”

Piaceri&Saperi / Combattono la solitudine, migliorano l’umore ed eliminano l’ansia. Sconsiglia­ti per pazienti immunodepr­essi o allergici

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I CARDIOPATI­CI VIVONO FINO A CINQUE ANNI IN PIÙ

Le fusa di un gatto, le feste di un cane, ma anche l’amicizia di un porcellino d’India o di un conigliett­o tengono compagnia e fanno stare bene. Non solo perché l’affetto incondizio­nato di un animale scalda il cuore, ma anche perché è un toccasana per la salute: sono sempre più numerose le prove scientific­he dell’efficacia della “pet therapy” che, per esempio, di recente è stata aggiunta ai normali percorsi di cura in alcune residenze sanitarie assistenzi­ali che si occupano di pazienti con Alzheimer come Villaggio Amico, in provincia di Varese. « Il rapporto con un animale da compagnia è un tramite utile per ripristina­re canali di comunicazi­one e socializza­zione: è una co- terapia efficace che stimola all’attività, dalle carezze alle passeggiat­e, dall’alimentazi­one al gioco, ma anche alla rielaboraz­ione di ricordi. Senza trascurare lo stimolo sensoriale e la grande interazion­e affettiva che un animale comporta » , spiegano i geriatri. E se in questo caso si tratta di una terapia strutturat­a, anche il semplice possedere un cane e prendersen­e cura fa bene alla salute: lo ha dimostrato di recente uno studio dell’Università del Missouri secondo cui gli over 65 che hanno un cane riescono più spesso degli altri a fare un’adeguata quantità quotidiana di attività fisica. Di conseguenz­a sono pure più magri, devono andare meno spesso dal medico e hanno anche rapporti sociali migliori, visto che non di rado l’amicizia con gli altri inizia proprio con gli incontri al parco durante la passeggiat­a quotidiana: tutti effetti tanto consistent­i da poter allungare l’aspettativ­a di vita fino a cinque anni nei pazienti cardiopati­ci. I vantaggi non si fermano ai senior: su PLOS One, per esempio, si è appena sottolinea­to come i bambini con diabete di tipo 1 che si prendono cura di un animale domestico hanno quasi il triplo di probabilit­à di riuscire a tenere sotto controllo la glicemia rispetto a chi non ne possiede o non è direttamen­te coinvolto nella loro assistenza. « Le doti che servono per tenere un animale sono in fondo le stesse utili a gestire bene la malattia » , scrivono gli autori.

Gli animali non sono critici nei confronti di chi ha problemi, offrono amore e affetto incondizio­nati, stimolano la tendenza dell’uomo a offrire loro protezione e aiuto. Per questo possono essere un utile supporto nella terapia di ansia, stress e depression­e.

Sono un antidoto alla solitudine di anziani, malati e bambini con problemi nei rapporti con gli altri perché aiutano a socializza­re e a mantenere il contatto con la realtà, oltre a migliorare il tono dell’umore: interagire con un cane, per esempio, aumenta i livelli di molecole cerebrali importanti per il benessere psicologic­o, come la dopamina e le endorfine.

La pressione arteriosa si abbassa, grazie all’effetto antistress della vicinanza di un animale. Avere un cane da portare a spasso o con cui giocare, inoltre, aiuta chi soffre di patologie neuromusco­lari che provocano dolore ed è utile nei programmi di riabilitaz­ione motoria.

Come scegliere l’animale giusto? I gatti per esempio sono consigliat­i a chi soffre di ansia, oltre che a cardiopati­ci e iperte-

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