Corriere della Sera - Sette

Andrea Laffranchi

Poi a Roma. «Lei era un’arrivista, partita dalla campagna. Ma era voleva fare qualcosa di grande e lo ha fatto»

- Di

Malika non c’è. Per due ore devo essere credibile nell’essere un’altra persona. È un processo di annientame­nto dell’ego » . Malika Ayane racconta così il processo che l’ha portata a diventare Evita Perón, la controvers­a first lady argentina degli Anni 40, nel musical Evita diretto da Massimo Romeo Piparo che debutta il 9 novembre a Milano ( al Teatro della Luna fino al 27 novembre) e poi si sposterà a Roma, al Sistina ( dal 14 al 23 dicembre). Come andare dallo psicologo? « Me ne accorgerò fra qualche mese quando, finito tutto, uscirò sul balcone di casa pensando di dover fare un discorso agli argentini » . Faye Dunaway, il flm con Madonna e Banderas… a chi ti sei ispirata? « A nessuno in particolar­e. Ho preferito studiare storia con documentar­i, articoli, libri… Per la musica ho letto la partitura e mi sono affidata a quella. E non ammetto snobismi: è un’opera fruibile ma allo stesso tempo musicalmen­te complessa. Sono tornata a lezione di canto dopo 15 anni » . Avevi iniziato col coro della Scala da ragazzina… « Ero un soprano drammatico, quindi un po’ più scuro e intenso del soprano che viene richiesto qui. E in più si è aggiunto il fatto che la mia voce da allora si è abbassata: sia naturalmen­te per gli anni, sia per mia scelta perché ho esplorato anche altre tonalità non essendo amante dell’acuto fine a se stesso » . La differenza più profonda tra un concerto e un musical? « Un concerto ti lascia libera di fare reinterpre­ta-

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