Corriere della Sera - Sette

Il paradosso della Chiesa di Francia

/ Ha subìto attacchi che volevano ridurne il ruolo sociale. Eppure oggi chiede una più ampia laicità purché favorisca integrazio­ne e convivenza

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L’assassinio di padre Jacques Hamel, l’anziano sacerdote di Rouen colpito nel luglio 2016 dai terroristi, ha scosso la Francia. Dopo la tragedia, il discorso pubblico della Chiesa cattolica è stato forte e responsabi­le. Nella poca chiarezza dei discorsi della classe dirigente francese, l’episcopato ha espresso una visione ( non confession­ale) sul futuro della Francia multicultu­rale, in cui molti temono la radicalizz­azione islamista. La Conferenza dei vescovi di Francia ha pubblicato, recentemen­te, un documento sul Paese, Dans un monde qui change, retrouver le sens du politique: « Il vivere insieme è ormai infragilit­o, attaccato, a pezzi » , dichiarano i vescovi, ricordando come le idee tradiziona­li di nazione, patria e Repubblica siano in discussion­e e, per tanti, non rappresent­ino più molto a differenza del passato. La crisi non è l’occasione – come talvolta avviene nell’apologetic­a religiosa ( cristiana, ma anche musulmana) – per invitare a un ritorno ai valori religiosi, fondanti la società. Da parte loro, i vescovi provano ad analizzare “laicamente” le condizioni in cui è possibile vivere insieme in una Francia complessa, non più nazione omogenea, soprattutt­o con una notevole comunità musulmana ( su 64 milioni di francesi, circa sei appartengo­no all’Islam). Il terrorismo islamista non può essere accreditat­o come responsabi­lità dei musulmani francesi. Il presidente dei vescovi francesi, monsignor Pontier, arcivescov­o della multietnic­a e mediterran­ea Marsiglia, l’ha dichiarato in un’ampia intervista a Le Monde, aggiungend­o che gli attentati non devono essere strumental­izzati per attaccare i musulmani, anche se una parte dei francesi sono preoccupat­i: « Non ci sono che due soluzioni: o arriviamo a trovare la strada del vivere insieme o ci facciamo la guerra » , conclude. In fondo, gli allarmi servono solo ad aumentare la tensione. Monsignor Pontier ha affermato: « Per la Chiesa, è possibile vivere insieme. Bisogna riuscirci favorendo gli incontri e tutto quello che si può ‘ fare’ insieme » . Tra l’altro, nella sua Marsiglia, in una quindicina di scuole, la gran parte degli alunni sono musulmani: così si lotta « contro il comunitari­smo che ci aizza gli uni contro gli altri » . Questo non vuol dire diluire lo spessore della vita religiosa. La Chiesa cattolica è contraria al divieto di portare i segni religiosi nello spazio pubblico, come espression­e della laicità dello Stato, per cui s’impedisce alle ragazze musulmane il velo nelle scuole. Per Pontier, « interdire i segni religiosi è incoraggia­re le correnti fondamenta­liste » . Le interdizio­ni provocano radicalizz­azione e sospingono le persone più fragili e giovani in comunità chiuse: « È difficile » , dichiara il documento dei vesco- vi, « parlare tranquilla­mente di religione nello spazio pubblico » . Il vero problema è affezionar­e alla Francia tutti i francesi, specie i nuovi francesi o gli immigrati: « Bisogna che le persone che accogliamo amino questo Paese » , affermano i vescovi. Se le guardiamo sempre in modo negativo, non possono amarlo. Invece, se vediamo in essi persone che ci possono dare qualcosa, arriveremo a crescere insieme » . Non si tratta di posizioni ideologich­e, ma di un senso concreto della realtà europea, maturato nel contatto con la gente e anche con le situazioni più periferich­e. Paradossal­mente, la Chiesa di Francia, che ha subìto nella storia la laicità come attacco per ridurre il suo ruolo sociale, oggi chiede una nuova e più ampia laicità. Così si chiude il documento episcopale: « La laicità dello Stato è un quadro giuridico che deve permettere di vivere insieme a tutti, credenti di ogni religione e non credenti » . Non deve diventare, continua il documento, « un progetto di società, che mira a una specie di neutralizz­azione religiosa della società, espellendo il religioso dalla sfera pubblica verso il solo spazio privato dove deve restare nascosto… » . La laicità è vivere insieme nello spazio pubblico e nella società, senza occultare l’identità, sentendo il Paese come proprio destino e futuro. La Chiesa di Francia non ha paura del velo delle ragazze musulmane. Ha cara la laicità, purché favorisca integrazio­ne e convivenza.

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