Anonimi
Dipinti e disegni scovati in tutto il mondo sarebbero suoi: fin da giovane l’artista si ispirò ai pittori fiamminghi e rinascimentali
Escono dal “nulla” ed entrano prepotentemente in scena. Sono 69 tra dipinti e disegni ritenuti di mano del Caravaggio, di grande qualità esecutiva. Tutte opere anonime ( una dipinta a 15/ 16 anni si trova nella quadreria dell’ospedale Ca’ Granda di Milano, un’altra in deposito al tribunale) o altrimenti attribuite nei principali musei del mondo. Dopo cinque anni di studi e di arrovellamenti lo storico dell’arte Franco Moro è certo di aver scovato negli archivi, nei depositi e nelle collezioni di molti musei ciò che cercava. Il numero delle proposte è però esorbitante, inquietante, da putiferio. Possibile che al Prado, al Rijksmuseum, a Brera, alla Carrara, alla National Gallery di Londra, di Washington, al Metropolitan, all’Ambrosiana nessuno abbia mai intuito? « Capisco, ma ho molti argomenti a favore che, oltretutto, ci consegnano una nuova visione di lui uomo e artista, aprendo così la via per altre future ricerche » , dice lo studioso di cui sta per uscire il lungo libro- saggio Caravaggio sconosciuto. Le origini del Merisi, eccellente disegnatore, maestro nei ritratti e nelle “cose naturali” ( Allemandi editore). Non ha battuto le piste già note agli storici come Longhi, Foglio trovato all’Ambrosiana, creata da Federico Borromeo, estimatore del Merisi. Venturi, Marangoni, Zeri, Mina Gregori ( sebbene ritenendole preziose, così come le fonti antiche del Bellori, Mancini, Baglione) ma ha dissodato altre zone per fare luce sui circa otto anni della formazione del giovanissimo Caravaggio tra Lombardia e Veneto ( a 12 anni allievo del Peterzano a Milano), insistendo su un aspetto finora negato ( in mancanza di prove): quello di essere un talento anche nel disegno. Il vasto fondo grafico all’Ambrosiana di Milano è stato fondamentale per lo studioso. Che annuncia la scoperta di un foglio preparatorio del braccio dell’armigero nella famosa Conversione di Saulo dell’Odescalchi, di un altro per il braccio de I musici del Metropolitan, di quello di un fanciullo inginocchiato inserito nella Madonna del Rosario e nel Cavadenti. « Caravaggio disegna per “progettare” idee, oppure per il piacere di farlo, come nel caso del ritratto muliebre che ipotizzo sia quello della Lena » , dice Franco Moro. Un altro, scoperto nello stesso fondo, reca sul verso il nome di Marzio Colonna, databile 1605, che le fonti ricordano amico del Merisi, anche per la comune passione per l’archeologia ( Colonna si rovinò per comperare reperti antichi) ed è colui che nel 1606 ospitò Caravaggio