Un San Gerolamo un po’ slogato
/ Il santo stringe il teschio appassionatamente come per aggrapparsi a una certezza che non è morte ma è sorella morte
Una notevole aggiunta al catalogo delle opere di Dosso Dossi è questo San Gerolamo proposto a un’asta a New York, quattro anni fa, e trascurato dalla critica, nonostante il giudizio di Alessandro Ballarin che aveva espresso un parere orale. In realtà il dipinto era apparso due anni prima a Trento con l’attribuzione generica a “scuola veneta del Cinquecento”, nell’ambito di Giovanni Bellini al tempo del “Concerto” Pitti, già riferito a Giorgione. Alcunché di giorgionesco vi è anche nel nuovo San Gerolamo passato a un’asta von Morenberg destando l’interesse dei giornali locali. Questo il resoconto:
TRENTO: ASTA RECORD PER UN QUADRO MISTERIOSO “Un applauso scrosciante nella sala delle aste Von Morenberg di via Malpaga ha accolto l’aggiudicazione di un ritratto di santo eremita risalente al XVI secolo, di scuola veneta. La base d’asta era di 3 mila euro. L’opera è stata battuta con un’offerta telefonica a 75 mila euro, vale a dire che incluse le commissioni verrà a costare poco meno di 90 mila euro all’acquirente. Il successo della tela, un dipinto a olio di 86 x 71 centimetri, ha sorpreso persino i dipendenti della casa d’aste... A concorrere per il santo eremita, oltre al pubblico in sala, c’erano due contendenti al telefono”.
Uno dei due era un giovane studioso e mercante di talento, Tommaso Ferruda che, per primo, né intuì (86 x 71 centimetri). l’autore e provvide al restauro. La speciale reinterpretazione della pittura di Tiziano e anche del Romanino caratterizza le tonalità, come di un fuoco offuscato dalla nebbia, del pittore ferrarese programmaticamente contrapposto al suo compagno di impresa, pervicacemente raffaellesco, Garofalo. L’ipotesi di una datazione all’inizio degli anni Venti del Cinquecento legherebbe il dipinto con il polittico Costabili della Pinacoteca di Ferrara, opera di collaborazione dei due maestri, peraltro di non documentata