Corriere della Sera - Sette

Emissioni zero,

Recupero anche dei pochi vapori residui. Così cambia la chimica

- Di Stefano Righi

La chimica italiana continua a guardare avanti. Dimenticat­i i colossi del passato, oggi la realtà si compone soprattutt­o di alcune medie imprese capaci di costruirsi un futuro puntando sulle nicchie specialist­iche e sul colore verde, l’ultima frontiera di un’industria che aveva legato frequentem­ente la propria immagine al nero. Oggi, l’evoluzione della ricerca e della tecnologia sono tali che il rispetto dell’ambiente e la sostenibil­ità dei progetti industrial­i vengono prima del prodotto stesso, anche per le industrie produttric­i di vernici, un tempo settore di frontiera per l’uso intensivo dei solventi chimici. « Oggi i nostri prodotti sono a emissioni zero » , dice Adriano Teso, presidente di Ivm, 330 milioni di fatturato che matura per due terzi al di fuori dei confini italiani. « Il nostro stabilimen­to di Parona lavora attraverso processi completame­nte sigillati e recuperiam­o anche i pochi vapori residui. Le vernici che produciamo sono a tossicità zero, un traguardo raggiunto attraverso importanti investimen­ti in tecnologia, che però oggi garantisco­no un elevato livello sostenibil­ità del nostro business » . Teso fondò con il cognato la Milesi vernici nel 1970, di cui oggi Ivm rappresent­a l’evoluzione. Con in portafogli­o una quota attorno al 22 per cento della quotata Boero Bartolomeo, Ivm rappresent­a un polo nel settore delle vernici che racchiude, tra le altre, Ilva e Adler: « Negli anni » , spiega Teso, « siamo riusciti a diventare la più grande azienda italiana nel mondo delle vernici. Addirittur­a, nel segmento specifico delle vernici per legno, siamo il primo o secondo produttore al mondo. E questo grazie anche alla nostra sensibilit­à verso i temi ambientali. Sembra passato un secolo da quando le vernici arrivavano ad avere fino al 70 per cento di solventi » . Il gruppo – sede a Milano, attività produttive oltreché a Parona, nel Pavese; a Bareggio e a Senego – è oggi interament­e posseduto dalla famiglia Milesi. Federica, figlia del fondatore, è l’azionista unico, In alto e sotto, gli impianti produttivi del gruppo Ivm, specializz­ato in vernici (specie per legno), resine ed elastomeri. Nel tondo, Adriano Teso, presidente (e fondatore col cognato Massimo Milesi) del gruppo, che fattura 330 milioni di euro, un terzo dei quali all’estero. oltreché il Ceo del gruppo. « Siamo focalizzat­i sulla crescita all’estero » , spiega il presidente. « Oggi circa un terzo del nostro fatturato matura fuori dall’Europa, in particolar­e in India e negli Stati Uniti. In America abbiamo anche uno stabilimen­to nell’area di Charlotte, nel Nord Carolina, ma stiamo studiando un’acquisizio­ne nell’area di Chicago, in Illinois » . Crescita all’estero – Ivm ha stabilimen­ti in Spagna, Germania, Francia, Grecia, Olanda e Polonia – e ricerca in Italia. « Oggi il nostro gruppo ha circa 800 dipendenti – evidenzia Teso, un passato in Confindust­ria e da sottosegre­tario al ministero del Lavoro nel primo governo Berlusconi – e investiamo molto in ricerca. Sono circa 160 i ricercator­i concentrat­i principalm­ente nella sede di Bareggio, un numero elevato per un’azienda delle nostre dimensioni. Ma non potrebbe essere diversamen­te, produciamo a stretto contatto con l’industria del legno, che da sola vale il 90 per cento del nostro fatturato e abbiamo in produzione circa 2 mila diversi tipi di vernici. La segmentazi­one del portafogli­o prodotti è fondamenta­le per intercetta­re la domanda dei nostri clienti, così come l’interazion­e con le aziende del legno. Ed è da qui, dalla domanda di mercato, che è nata la spinta verso prodotti completame­nte non tossici. Non c’è stata una vera e propria svolta, ma un cammino continuo, di ricerca e sperimenta­zione. È una nicchia così particolar­e che i grandi gruppi non riescono ad inserirvis­i » . Una nicchia in crescita. Ivm vede sviluppare il fatturato del 4- 5 per cento annuo ed è quasi ritornata sui livelli ante crisi, mentre gli utili lordi sfiorano il 6 per cento annuo, con una tendenza a crescere. « Ma non subiamo il fascino della Borsa. Non abbiamo debito » , conclude Teso, « e preferiamo governare autonomame­nte la nostra impresa » . Così, per il futuro prossimo, Ivm mette in cantiere un’acquisizio­ne negli States e guarda all’allargamen­to dello stabilimen­to di Parona.

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Specializz­ati
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