Corriere della Sera - Sette

Un robot scende lentamente nelle profondità marine

-

È una lotta tra acqua e fuoco, tra natura e uomo, tra solerzia e cupidigia. Un robot scende lentamente nelle profondità marine, la macchina da presa lo segue in parallelo. Il piccolo sommergibi­le sta scandaglia­ndo metro dopo metro un tubo che si spinge verso l’abisso. Una voce alla radio lo guida nella ricerca. Nonostante la luce dei fari del ricognitor­e, intorno l’acqua è nera: le alte profondità hanno cancellato qualsiasi spiraglio di sole. La discesa continua in un crescendo di tensione. Finalmente si scorge il fondale e tutto sembra tranquillo, inerme. Un pesce staziona vicino alla base su cui poggia tutta la struttura, non si muove, quasi paralizzat­o dalla nostra presenza. Ora l’inquadratu­ra è la soggettiva della sonda, l’immagine è deformata da una lente grandangol­are, il mare si è fatto più immenso. Siamo poggiati sul fondo, davanti ad un ombelico meccanico che succhia linfa vitale alla terra. La voce si fa più presente ed ordina il rientro del robot. Mentre si stacca dal fondale, avvertiamo una vibrazione. Una piccola bolla esce dalla sabbia e si lascia andare verso l’alto. La seguiamo finche non si perde nell’oscurità. È un campanello d’allarme inascoltat­o, un grido di rabbia o un monito all’ingordigia dell’uomo? Forse, è solo un piccolo respiro, una bolla d’aria innocua che, complice la quiete dei fondali marini, cerca di spiccare il volo, attirando la nostra attenzione.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy