Avanti un passo. E oltre
Come avrete notato già dal numero precedente, Sette si sta evolvendo. Non dico che stia cambiando: la sua anima rimane immutata, se di un’anima si può parlare riferendosi a un giornale che ospita le molte firme prestigiose e autorevoli del Corriere della Sera, ognuna interpretando liberamente i fatti ed esprimendo le proprie convinzioni. Si sta evolvendo, mantenendo il suo approccio critico e riflessivo, per inglobare i cambiamenti che trasformano vorticosamente sia la realtà, sia la percezione del presente e del futuro. Più volte ci siamo stupiti, in questi anni, di fronte a eventi che solo poco tempo prima non eravamo nemmeno in grado di immaginare. A cosa mi riferisco? A un Papa che si dimette e a un suo successore che decide di abitare in un appartamentino invece che nelle sale centenarie in cui i suoi predecessori vivevano racchiusi come in un sacro tabernacolo; a un folle che si autoproclama califfo e fa sprofondare un pezzo di mondo nel terrore medioevale delle decapitazioni e il restante nell’insicurezza di aberranti attentati suicidi; a un Regno Unito che dopo aver combattuto due terrificanti guerre mondiali per tenersi aggrappato all’Europa e per migliorarla, vota, a maggioranza, per abbandonarla; al declino del lavoro, in cui, per almeno un secolo, avevamo posto le fondamenta della dignità di ogni essere umano, tanto da “intitolargli” la nostra Costituzione; al successo capitalistico di regimi nominalmente ancorati al “perdente” comunismo; ai giovani che parlano lingue sconosciute ai loro genitori; a mille altre situazioni che ognuno di noi potrebbe elencare come nel gioco del: « Ma l’avresti mai detto? » . L’interpretazione di questo mondo è talmente complessa e articolata che non può essere abbracciata tutta insieme seguendo gli schemi del mondo che fu. E nemmeno può essere demandata solo alle nuove tecnologie che sono ( per il momento) spesso più un luogo di propaganda che di conoscenza. Nessuno di noi sa quali siano le strade migliori da percorrere nel futuro che si sta ridisegnando. Crediamo allora sia necessario narrare storie e persone, di ieri, di oggi e di domani, nel loro dettaglio, nel loro intimo, senza giudizi moralistici né pedagogie preventive. I giornali sono bussole di orientamento, non educatori che stilano l’elenco dei buoni e dei cattivi. Così Sette si ripropone di raccontare, e raccontare, e raccontare... Mettendo insieme le tessere del puzzle di cui non si conosce la figura complessiva. Solo dopo apparirà. Per farlo, abbiamo bisogno anche delle sollecitazioni dei lettori e delle loro percezioni. Dunque leggeteci, ma non solo: scriveteci. Aiutateci a essere più efficaci, ve ne saranno grati anche gli altri lettori.
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