Corriere della Sera - Sette

Mercati:

Ormai ha sostituito le altre tipologie sulle nostre tavole e domina sui ecco le ragioni di un successo da manuale

- Di Camilla Baresani

Forse molti di voi non ci hanno fatto caso: in gran parte dei ristoranti e delle case italiane, per trovare una bottiglia di aceto non balsamico bisogna rovistare nell’armadietto dei detersivi, dove viene custodito tra il brillantan­te e lo sgrassator­e. L’aceto di vino è ormai usato soprattutt­o per pulire il frigorifer­o, il forno, i vetri, il calcare o per neutralizz­are gli odori della cucina. È come se ci fossimo dimenticat­i che un tempo serviva anche per condire la verdura. Se andate in un supermerca­to francese o tedesco, trovate una grande scelta di aceti di vino semplice o aromatizza­to ( allo scalogno, alle erbe selvatiche, al dragoncell­o), oltre a quello di mele, di riso e di idromele. Da noi, invece, sugli scaffali non si trova quasi nessuna declinazio­ne dell’aceto di vino, se non la basilare – di vino bianco e di vino rosso –, mentre possiamo scegliere tra uno stuolo di bottigliet­te di balsamici, dai più artificial­i all’Igp di Modena normale o invecchiat­o, fino a quelli preziosi, prodotti secondo l’inflessibi­le disciplina­re delle Dop del Balsamico Tradiziona­le di Modena e di quello di Reggio Emilia. Un tempo, nelle famiglie italiane, si usava custodire la madre dell’aceto, e quasi tutti lo producevan­o in proprio. Era Sopra, due anziani esperti controllan­o l’aceto balsamico che invecchia in una botte a Spilambert­o (Modena). A fianco, una composizio­ne culinaria realizzata col balsamico. un’Italia agra e ancora contadina, in cui spesso c’era un parente con poche viti, che produceva un vino genuino ( non significa buono), senza aggiunta di solfiti – cioè senza conservant­i. Le famiglie lo custodivan­o nelle damigiane e facilmente andava a male, producendo una pellicola vischiosa, la madre, con cui poi si faceva l’aceto. C’era sempre qualcuno pronto a regalarti un po’ della sua prodigiosa madre, che veniva custodita e mantenuta con tutti i crismi affinché non morisse. Ma l’avvento dei supermerca­ti, dove tutto è immediatam­ente accessibil­e a prezzi contenuti, quindi anche l’aceto, sommato all’enfasi sul vino, che è diventato merce di qualità, già imbottigli­ata e carica di solfiti con proprietà antimicrob­iche e antiossida­nti, hanno decretato la fine dell’aceto di casa.

Il fattore estetico. Tutto questo però non spiega come sia stato possibile che, nell’arco di quasi trent’anni, siamo

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Invecchiat­o con pazienza e amore
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