Tutti noi
Pensate al e sarete sulla strada giusta. Stephen King, il maestro dell’horror fantastico, sarà il primo a darvi ragione: la sua ispirazione viene da là. E se aveste la fortuna di incontrarlo davvero nella sua casa di Bangor, Stato del Maine, e gli foste tanto simpatici da indurlo a raccontarvi come questa storia incominciò, verreste proiettati all’indietro, all’estate 1966, all’età giovanile in cui tutto sembra possibile, persino riscrivere a proprio modo le fantasie eroiche di J. R. R. Tolkien. È così che incominciò, in effetti, la sua saga della Torre Nera: più un’ossessione che un libro, un’avventura destinata ad attraversare l’intera vita dello scrittore – adesso di anni ne ha 69 – e a raccogliere come in un retrobottega i materiali di laboratorio della sua imponente produzione letteraria. Otto volumi, per un totale ( calcolato da lui stesso) di circa seimila pagine, pubblicate in italiano dalla Sperling. Ora, qualunque sia il giudizio dei critici ( tiepido) e dei lettori ( appassionato e maniacale) sul valore della Torre Nera, mai avreste detto che potesse esistere un regista abbastanza pazzo da tentare di portare il romanzo sullo schermo. Invece è proprio così: salvo intoppi dell’ultimo momento, potrete gustarvi la versione cinematografica della Torre Nera il prossimo 17 febbraio. E gli intoppi sono legati al fatto che sul set di Dumbo, nella zona di Brooklyn, dove il regista danese Nikolaj Arcel sta traducendo ( con l’approvazione e la supervisione dell’autore) illuminazioni visionarie in personaggi, ambienti e situazioni tangibili, la sfida appare talmente improba da lasciare fino all’ultimo l’esito in forse. Riusciranno gli attori Idris Elba nei panni dell’eroico Roland di Gilead, Jackie Earle Haley in quelli del mostruoso Sayre, o ancora Matthew McConaughey come