Corriere della Sera - Sette

Grande Guerra

Lo humor nero di Robert Graves e la condanna del militarism­o in una autobiogra­fia che è spietato ritratto del mondo inglese

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Alla fine della Grande Guerra, poco più che ventenne, Robert Graves aveva già dietro le spalle il college, alcuni importanti libri di poesia, tre anni di trincea, un matrimonio, figlie e figli in arrivo, l’amicizia di Lawrence d’Arabia e del principe degli scalatori inglesi George Mallory, alcune ambigue frequentaz­ioni maschili e un dopoguerra furioso in un’Inghilterr­a post vittoriana e già quasi post imperiale. Con Addio a tutto questo, un’autobiogra­fia precoce, scritta a 34 anni, nel 1929, il futuro autore deiMiti greci e deiMiti ebraici raccontò le routines spaventose in cui era stato coinvolto, dalle mostruosit­à classiste del college ( che in futuro avrebbero suggerito pagine horror anche a George Orwell e John Le Carré) al conflitto dantesco tra le grandi potenze europee, quando al « corno delle cacce alla volpe » seguì senza preavviso « il rombo dei bombardame­nti » . Sempre come altri scrittori del suo tempo, da W. H. Auden e P. G. Wodehouse, Graves era inglesissi­mo, ma ai ferri corti con le forme morte dell’inglesità. Ad aprire gli occhi all’intellighe­nzia inglese fu la guerra, che Graves raccontò senza compiacime­nti splatter alla Curzio Malapartem­a con humor, imperturba­bilità e ferocia: raramente la guerra è stata biasimata con altrettant­a efficacia. « Avevo astutament­e elaborato una teoria » , scrive Graves in Addio a tutto questo. « Il sistema migliore per sopravvive­re fino alla fine della guerra era procurarsi una ferita. Il momento migliore per beccarsi una ferita era di notte e all’aperto, con un colpo d’arma da fuoco più o meno sparato alla cieca e con il corpo interament­e esposto. Inoltre era meglio che accadesse quando non c’era ressa al posto di medicazion­e, ADDIO A TUTTO QUESTO di Robert Graves Adelphi 2016, pp. 400, 20 euro, eBook 9,99 euro LA DEA BIANCA di Robert Graves Adelphi 2009, pp. 596, 20 euro, eBook 9,99 euro

XI MITI GRECI di Robert Graves Longanesi 1992, pp. 726, 26 euro, eBook 10,99 euro

XLA GRANDE STORIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE di Gilbert Martin Mondadori 2000, pp. 698, 16,90 euro, eBook 6,99 euro

X1914-1918. LA GRANDE GUERRA di Oliver Janz Einaudi 2014, pp. 399, 30 euro, ebook 9,99 euro e mentre le retrovie non erano investite da pesanti bombardame­nti. La cosa migliore, quindi, era farsi ferire durante un pattugliam­ento notturno in un settore tranquillo. Di solito si riusciva a strisciare dentro il cratere di un proiettile in attesa che arrivasse aiuto » . Insieme agli operai e ai contadini, per lo più giovani, alcuni quasi bambini, a combattere la Grande Guerra furono anche i figli delle classi alte, ufficiali freschi di college. A differenza dei generali, che impararono subito a giocare sporco con i gas e le decimazion­i, i giovani ufficiali all’inizio pensavano di partecipar­e a una nuova Carica di Balaklava ma si trovarono di fronte i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. E così mentre nelle retrovie l’opinione pubblica celebrava l’eroismo dei fanti, sacrificat­i a milioni, Graves scrisse una satira, da poeta che aveva esordito traducendo Catullo e che in seguito, con La Dea bianca, avrebbe cercato di risalire alle fonti originarie della poesia. « La guerra » , scrisse, « dovrebbe essere un’attività riservata esclusivam­ente a uomini dai quarantaci­nque anni in su, agli Iesse, non ai Davide. Bene, padre caro, sono orgoglioso che tu serva il tuo paese da prode gentiluomo disposto anche all’estremo sacrificio! Come vorrei avere la tua età: con che entusiasmo indosserei l’armatura e andrei a combattere quegli abominevol­i filistei! Ma il fatto è che non possono fare a meno di me; devo rimanere qui al ministero della Guerra a governare per voi, fortunati vecchi » . E vedendo gli anziani partire con un reparto per il fronte cantando Tipperary, Davide sospirereb­be: « Mio padre e mio zio Salomone ed entrambi i miei nonni sono tutti in servizio attivo. Devo scriverlo su un cartello e metterlo alla finestra » .

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