Fotografo
Soldato ad Anzio, Slim Aarons nel dopoguerra racconta l’alta società. Conosce successo e disprezzo. E suggerisce al regista il protagonista de
Quando esce nel 1974 A Wonderful Time è un fallimento. I ricchi e famosi fotografati da Slim Aarons nelle loro magioni si scontrano con la controcultura. Christopher Lehmann- Haupt, critico del New York Times, lo definisce repellente. È l’anno in cui Nixon si dimette, Hurricane- Carter pubblica la biografia che ispira a Bob Dylan l’indimenticabile ballata, il Vietnam non è ancora un capitolo chiuso, Muhammad Alì, l’apostolo del Black Power, sfida a Kinshasa George Foreman... 29 anni dopo, nel 2003, Once upon a time è un successo tanto che due anni dopo, e uno prima di morire, Aarons dà alle stampe anche A place in the sun. Le foto sono più o meno le stesse, ma tutto è cambiato: la controcultura è implosa e sembra che stilisti, art- director e designer non possano fare a meno di una copia del libro per individuare all’occorrenza l’ispirazione che risolve il dubbio creativo. La luce soffusa, la magnificenza degli ambienti, la ricercatezza dei tessuti e dei dettagli, l’aura mitologica che circonda i suoi personaggi ( principi e principesse, Jackie Kennedy, Peggy Guggenheim, Patsy Pulitzer, Wendy Vanderbilt, Wallis Simpson...) forniscono al nuovo millennio, che si sveglia con un incendio, le fiabe ipnotiche del XX secolo. Il sedativo aveva funzionato per l’autore e ora poteva funzionava per qualcun altro. La prima macchina fotografica gliela regala la nonna, con la quale vive, nella speranza di ammansire il nipote irrequieto. Si arruola e a West Point diventa fotografo. Frank Capra lo nota e Slim comincia a collaborare per The Yank, lo spin- off di The Stars and Stripes. È a Montecassino durante la battaglia, partecipa senza accredito allo sbarco di Anzio, ferito è insignito del Purple Heart. La guerra lo lascia senza fiato, i ricchissimi dall’apparenza spensierata diventano il suo rifugio, Roma ( dove si stabilisce come corrispondente di Life) per qualche tempo è la sua casa. Quando Sopra, Madame Jean Serpieri indossa un abito della moglie di Otto, il primo re della Grecia moderna. Atene, 1961. il volume uscito a ottobre 2016 con i ritratti di Slim Aarons, è edito da Abrams. nel 1949 Lucky Luciano è costretto a lasciare la capitale per Lercara Friddi, lo sceglie come unico testimone del suo ritorno forzato in Sicilia. Più tardi, confortato dagli agi della dolce vita, Slim rifiuta di andare in Corea: potrei andarci, dice, solo per fotografare una bella ragazza discinta sulla spiaggia. Alto e seducente, suggerisce nel 1956 ad Alfred Hitchcock il protagonista maschile de La finestra sul cortile ( che nel film è un fotografo), e persino il set, che è una riproduzione del suo studio nel Village. A capodanno, la nemesi. Aarons scatta la sua foto più famosa, quella che lo Smithsonian definì il “Monte Rushmore del divismo”: fotografa in smoking Clark Gable, Gary Cooper, Van Heflin e... Jimmy Stewart, colui che qualche mese prima, per ordine di Hitchcock, accanto a Grace Kelly aveva fatto il verso al fotografo. The Kings of Hollywood ( così venne battezzata la foto) stavano ridendo a crepapelle. Di cosa? Di lui, Slim Aarons, che avevano visto all’azione mentre recitava una parte per il grande schermo. Per la prima e ultima volta.