Daniele Angi
E sapere: «Sogno un suo docente accanto a chi spiega il digitale»
Che cosa mi ha insegnato il latino? La priorità della parola e la centralità del tempo » . A parlare è il professor Ivano Dionigi, latinista, magnifico rettore dell’Alma Mater Studiorum ( Università di Bologna) dal 2009 al 2015, autore del saggio Il presente non basta – la lezione del latino ( Mondadori 2016, pp. 112, 16 euro). « Ricordo » , racconta, « che alla fine degli Anni 80, durante un incontro pubblico, sia io sia Massimo Cacciari, presi da un testo di Seneca, esaltavamo il presente contro l’evocazione di un futuro che appariva cupo. Oggi il titolo del mio libro sembra prendere le distanze dal messaggio senecano. Il motivo è che in 25 anni c’è stata una rivoluzione che si chiama “www”: il mondo ha scoperto lo spazio virtuale, onnicomprensivo, dove tutto è ovunque. Ma a che prezzo? Abbiamo sacrificato la dimensione temporale per proiettarci in un eterno presente. Oggi c’è il culto del novum, la novità, ciò che irrompe, mentre viene ignorato il notum, inteso come l’esperienza dei padri, Il latinista Ivano Dionigi. Qui a lato, il suo libro
edito da Mondadori. della storia, del passato. Eppure, io penso che la tradizione sia una fiaccola che dev’essere passata di generazione in generazione. E in questo senso il latino è la chiave che apre il tempio del tempo: è una lingua che poggia sul verbo, che ci insegna la connessione temporale tra gli eventi, la consecutio, l’esistenza di un prima e un dopo. Quella latina era una società interamente segnata dal tempo, mentre oggi i giovani non hanno la percezione di anteriorità e posteriorità. Il mio sogno è mettere un docente di latino accanto a ogni docente che insegna il digitale: quest’ultimo farà capire lo spazio, il primo il tempo » . « L’altro dono che ci ha fatto il latino » , prosegue Dionigi, « è la parola. Che precede la comunicazione: è materia prima, come la pietra, il legno, il ferro. Il latino ci fa capire il valore originario delle parole, il loro significato, la loro essenza. È la mater certa, anzi certissima, dell’italiano. Non possiamo ignorare che il nostro patrimonio culturale ci è stato trasmesso in quella lingua lì. Il latino ci insegna a parlare bene, ma anche a mettere la parola al centro di tutto » . Del saggio di Dionigi si parlerà giovedì 10 novembre all’incontro che vedrà il professore confrontarsi con Massimo Cacciari, Piergaetano Marchetti, Gianluca Vago e Luca Clerici. « Il libro non è rivolto solo a chi ha fatto il liceo, ma a tutti. L’idea è nata dalla lezione che ho tenuto a Bologna per concludere il mio rettorato. In cui ho spiegato come e perché il latino si è ritagliato un ruolo così importante nella mia vita » .