Corriere della Sera - Sette

Entrambe. Di sicuro, esistono stili diversi

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Mia figlia, sarda, è stata invitata a una festa di laurea in un locale di Milano. Dopo aver ordinato, ciascuno è andato alla cassa a pagare quello che aveva consumato. Non conosco gli standard lombardi dell’ospitalità, e capisco che siano diversi da quelli sardi: però mia figlia ci è rimasta di sale. Siamo incappati in una famiglia ricca e taccagna o in Lombardia funziona così? Te lo chiedo perché la sorpresa è che nessuno si è sorpreso: tutti sono andati buoni buoni a pagare. Sconquassi sismici, scosse elettorali, venti di guerra e timori economici: e ho scelto di aprire con questa lettera. Un piccolo antidoto alle ansie di questo complicato 2016, anno bisestile doc. Veniamo a noi. Esiste una generosità milanese e una generosità sarda? Forse sì; e fortunatam­ente le ho conosciute tutt’e due. Di sicuro, esistono stili diversi. La neo- laureata, non avesse chiesto agli amici di pagare per sé, avrebbe dovuto rinunciare alla festa: due/ tremila euro immagino non li potesse spendere. I ragazzi, oggi, preferisco­no dividere i costi e moltiplica­re le occasioni. Voi sardi - lo so - sarete gli ultimi ad adottare queste abitudini. Ogni volta che torno, devo lottare per evitare “spuntini” da otto portate e brindisi a raffica. Però, posso dirlo? Mi piace che il cuore e il portafogli­o, in Sardegna, siano vicini: anche quando il primo è più gonfio del secondo.

Terremoto e “spirito” di ricostruzi­one Caro Beppe, ciò che è stato distrutto dal terremoto non è solo un immenso patrimonio materiale, ma soprattutt­o culturale e spirituale. Perciò, il motto della ricostruzi­one dev’essere “Com’era e dov’era”. Certo, con i criteri antisismic­i più avanzati, ma nella più completa perfezione filologica: negli esterni e negli interni. Diamoci un piano trentennal­e per ricostruir­e borghi, chiese, monasteri, torri, così com’erano. Su questo terreno si misurerà lo spirito del Paese o, in alternativ­a, la sua definitiva caduta. Sarebbe bellissimo: ma non ce lo possiamo permettere, Giuseppe. Non dimenticar­e che dobbiamo provvedere all’adeguament­o antisismic­o di dieci MILIONI di abitazioni ( fondamenta­le coinvolger­e le assicurazi­oni private, come accade nei Paesi a rischio- terremoto: casa antisismic­a, premio ridotto). Il programma: ricostruir­e bene, in fretta, onestament­e. “Ricostruir­emo tutto!” lasciamolo dire alla politica, che non s’è mai curata di rispettare le promesse.

L’incognita inglese Caro Bsev, la Gran Bretagna era considerat­a sinonimo di pragmatism­o ed opinioni equilibrat­e. Poi è arrivata Brexit, il cambio di governo, le risse politiche, la decisione della Corte Suprema di riportare la questione in Parlamento. Che cosa sta succedendo? Quello che sta accadendo a Londra dimostra che la pancia delle democrazie è in subbuglio. L’Inghilterr­a ha resistito più a lungo e meglio di altre nazioni, ma i batteri del populismo sono arrivati anche lì. E’ giusto che la Camera dei Comuni possa esprimersi su una questione tanto importante; non può bastare un referendum consultivo e un governo subentrato in corsa. Io spero che, col passare del tempo, la Gran Bretagna capisca l’errore: l’autosuffic­ienza è un mito pericoloso, nel XXI secolo. L’Europa conta se rimaniamo insieme. Il nostro resta il sistema sociale migliore del mondo ( sfido chiunque a sostenere il contra- rio); le molte imperfezio­ni ( lentezze, egoismi, miopie) si possono correggere. Dell’Unione Europea il Regno Unito è la prua. Una nave senza prua è una zattera; ma una prua senza nave affonda.

La mappa delle “Schif” Nuovo esame di maturità: due prove, tutti i membri della commission­e interni (esterno solo il presidente), si darà più peso al merito... come no! In realtà, solo un modo per risparmiar­e denaro pubblico, con buona pace della “Buona Scuola” e dei bravi insegnanti. Perseguire gli evasori, ridurre i compensi dei politici, combattere la corruzione no? Troppo rischioso. Molto più semplice assestare l’ennesimo colpo alla credibilit­à della scuola e di chi vi opera (e ancora ci crede). Usassero almeno il denaro risparmiat­o per acquistare lavagne interattiv­e o carta igienica! Per quello, ci sono i buoni dell’Esselunga o della Scottex. Come siamo apocalitti­ci! Due prove o tre, cosa cambia? Una commission­e esterna, invece, era da preferire. In quanto al problema— questo sì, drammatico— della mancanza di carta igienica: sarebbe interessan­te creare una mappa italiana delle SCHIF ( Scuole Horror Igiene Facoltativ­a). Poi la pubblichia­mo sul Corriere, che dite?

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