Corriere della Sera - Sette

La “no-tax area” è un errore

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Ritengo Matteo Renzi un buon presidente del Consiglio, ma la manovra è deludente. Siamo sicuri che la priorità del Paese sia spendere ancora di più in pensioni, che già assorbono praticamen­te metà della spesa pubblica? E le infrastrut­ture, la manutenzio­ne del territorio, il recupero delle periferie? La flat tax al 24% sugli artigiani è forse utile a recuperare un po’ di evasione, ma è umiliante per i contribuen­ti onesti. Così si ufficializ­za che esistono cittadini di serie B: i lavoratori dipendenti. Far pagare centomila euro di tasse l’anno agli sceicchi e agli oligarchi purché si trasferisc­ano in Italia potrà forse aumentare— in misura alquanto modesta— gli introiti fiscali, ma rappresent­a uno sberleffo per milioni di italiani che lasciano allo Stato più di quel che guadagnano. Anche l’espansione della “no- tax area” è un segnale sbagliato. Già oggi il 61% degli italiani non paga un euro di tasse; e tra loro ci sono molti di quelli che sul web ogni giorno parlano dei soldi pubblici come dei “nostri soldi”. Alzare ancora la soglia sotto la quale non si contribuis­ce al bilancio pubblico è un errore, perché spinge una parte ancora maggiore degli italiani a disinteres­sarsi della cosa pubblica, a chiamarsi fuori dalla comunità, a sentirsi estranei alla vita dello Stato. Ci sono i furbi, che approfitta­no della “no- tax area” come di un paradiso fiscale in patria e si fanno pagare le medicine e la scuola per i figli dai ricchi in pedalò, come chiamo i contribuen­ti onesti del ceto medio. E ci sono i cittadini a basso reddito, che certo non possono svenarsi per lo Stato, ma a cui lo Stato dà poco e non chiede nulla. Come al Sud. Il servizio sanitario della Campania e della Sicilia è vergognoso. Ma ogni Paese ha la sanità che può permetters­i di finanziare. E la Campania e la Sicilia insieme ( rispettiva­mente la seconda e la terza regione italiana più popolosa) non versano neppure il 6% del gettito fiscale complessiv­o. Insomma, neppure dal governo Renzi è venuto qualche segno di equità fiscale. Gli 80 euro non erano una mancia; erano un taglio al cuneo fiscale, di cui gli altri governi di centrosini­stra avevano solo parlato. Ma poi ci si è fermati lì. Alzare la soglia sotto la quale non si contribuis­ce al bilancio pubblico è sbagliato perché spinge una parte ancora maggiore degli italiani a disinteres­sarsi della cosa pubblica. In alto, il premier Matteo Renzi.

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