Il duetto con Dario
L’incontro con Dario Fo durante la trasmissione su La7. Mika ha sempre detto che il premio Nobel italiano è stato uno dei suoi modelli di creatività.
un provocatore, un comunicatore di idee. Proprio come Dylan, che ha la capacità di lanciare un’immagine, con le parole, con un gesto artistico – la melodia mescolata con l’immagine in un linguaggio semplice e però tanto ricco – che ha ripercussione in tutto il mondo, come un’onda che non muore mai. È un potere. Sono stato contento. Bob Dylan è popolare. Lo è sempre stato. Anche il fatto che ci sia una “mitologia” intorno a lui – che lo racconta come paranoide e antipatico – è un segno della sua natura “popolare”. E in fondo, mi piace anche perché se un artista folk può vincere un premio così alto, nel futuro potrebbe esserci anche qualcuno della nostra generazione che potrebbe farlo » . Ti piacerebbe essere tu? « Ma va! Io non scrivo così, non c’è paragone, il mio linguaggio mi serve a esprimere tutte le cose che faccio e ciò che sono, non soltanto nelle parole delle canzoni » . La “mitologia”, come la chiami tu, è al centro, fondamento di tante cose. Anche del sentimento di “casa”. « La “mitologia” è una delle cose più importanti. I racconti, le chiacchiere, le onde di storie sono ciò che riunisce » . Chi raccontava a te, le storie della tua famiglia? « Tutti. Noi siamo una famiglia che per certi aspetti è tradizionale, per altri la più alternativa che esista. Si discute sempre, e c’è sempre chi riferisce una versione della storia di un antenato e un altro che oppone un’altra versione » . Puoi fare un esempio? « C’è chi è sicuro che mio nonno sia partito da Damasco su un asino. Altri invece sono altrettanto certi che avesse pagato un amico perché lo portasse via con una Land Rover dell’esercito. Chissà… La mitologia di questo nonno che non ho mai conosciuto è molto presente » . E che cosa racconta ancora? « Che alla fine lui è arrivato a Ellis Island, e che in America è diventato il ragazzino delle consegne di un’azienda di tessuti e così via, fino a quando – fast forward ( ndr) 30 anni – è arrivato a essere proprietario di varie fabbriche in Cina. Un giorno, sua sorella aveva deciso che doveva sposarsi e gli aveva trovato una bella ragazza, perfetta per lui, a Beirut ( dove viveva una parte della famiglia, ndr). Lui torna in Libano per le presentazioni ufficiali ma alla festa di fidanzamento vede una ragazza sulla spiaggia che gioca con le sue sorelle. Si avvicina per conoscerla e poco dopo torna dal prete e gli chiede di cambiare tutto. Aveva deciso di sposare quella appena conosciuta, che aveva 16 anni, moltissimi meno di mio nonno! » . Niente male, come mitologia familiare. « Non è finita. Lei, che non possedeva nulla, gli dice: io non vo-