Corriere della Sera - Sette

LA GONNA

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sizioni informatic­he. A raccontarc­i la storia di questo straordina­rio mondo in procinto di essere dimenticat­o arriva ora il libro di Marta Boneschi ( Il Mulino, pag. 358, euro 35). E lo fa anche attraverso un bellissimo catalogo di tutti quegli “oggetti” che rischiano di finire nell’oblio insieme agli entusiasmi e agli amori che hanno sollecitat­o e agli incubi e ai timori che hanno innescato: ecco, dunque, in un amarcord che va dall’inizio alla fine del secolo scorso, l’hula hoop e la Citroën DueCV, il corsetto tutto pizzi e merletti e il reggiseno Wonderbra, la radio Grundig, la bicicletta Graziella, la macchina da cucire Singer, le borse per l’acqua calda Pirelli, la minigonna di Mary Quant, i manifesti di Marcello Dudovich per la Rinascente e la macchina lavasciuga Duomatic “che fa la famiglia felice”.

Lotta di classe. Ma i grandi magazzini agli albori della loro espansione cosa rappresent­ano? Una promessa di felicità per esponenti del ceto medio, casalinghe e Raffaella Carrà in una foto degli Anni 60. La gonna, dopo il primo taglio voluto da Coco Chanel, si accorcia per opera di Mary Quant fino a diventare minigonna.

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