Corriere della Sera - Sette

Se non lo avete fatto, fatelo. Non ve ne pentirete

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Con mia sorpresa hanno avuto molto successo presso i lettori le rubriche dedicate alle vecchie poste del cuore e dintorni ( le rubriche delle « Agony Aunt » , come le chiamano gli inglesi, dove la Zia Agonia di turno risponde ai lettori in cerca di consolazio­ne). Simbolo di questo interesse è stato il tormentone ( quasi un incubo) dello strano caso dell’insalata messa a mollo nel bidè raccontato, tanti anni fa, in una rubrica di Donna Letizia. Il fascino esercitato da quelle rubriche è spiegato molto bene da Silvano Calzini ( che si firma stavolta con lo pseudonimo Fumo di Londra, come usava, appunto, in quelle sedi per preservare l’anonimato del lettore). Scrive Silvano Fumo di Londra: « Le citazioni delle vecchie rubriche di posta del cuore e dintorni mi hanno fatto venire in mente un piccolo grande capolavoro uscito negli Stati Uniti nel 1933, Miss Lonelyhear­ts ( Signorina Cuorinfran­ti nella traduzione italiana). Un libro che è un autentico pugno nello stomaco. Lo ha scritto Nathanael West ( 1903 - 1940). Ebreo di origine lituana, il suo vero nome era Nathan Wallenstei­n Weinstein. Dopo l’università, si stabilì per qualche mese a Parigi per poi tornare in America e fare, secondo la migliore tradizione di quelle parti, vari mestieri, tra cui il direttore notturno di un albergo. Poi il trasferime­nto a Hollywood in qualità di sceneggiat­ore di film di bassa qualità, i cosiddetti B- movies. Morì insieme alla moglie in un incidente d’auto a soli 37 anni. Come spesso accade, la fama è arrivata postuma, grazie a Il giorno della locusta, un ritratto al fulmicoton­e di Hollywood. La storia di Signorina Cuorinfran­ti la raccontò lo stesso West: « Cominciamo dall’inizio: un tizio viene assunto col compito di dare consigli ai lettori di un giornale... Si rende conto che quella rubrica è una cosa da ridere, ma dopo che ci lavora qualche mese comincia a non trovare più la cosa tanto buffa » . West non ha pietà e comincia con lo sbatterci in faccia la disperata solitudine delle lettrici che scrivono le loro lettere al giornale in un estremo inconsapev­ole grido d’aiuto. Già i nomi con cui si firmano, Disperata, Stanca di tutto, Spalle larghe, Cuore spezzato, stanno a testimonia­re un paradossal­e senso dell’umorismo ma anche un genuino senso di pietà. Ma poi balza in primo piano il tormento del protagonis­ta, che firma la rubrica come Signorina Cuorinfran­ti, vittima e carnefice allo stesso tempo di tanta miseria umana. Avvolto come in una ragnatela, non sa come venirne fuori. Si agita disperatam­ente, mosso a compassion­e dalla condizione delle sue lettrici e ancora di più da un desiderio di riscatto per sé, ma l’unico risultato è quello di affondare sempre di più come fosse nelle sabbie mobili » .

PER ANTICA STIMA. Caro Fumo di Londra, lei ha espresso, come io stesso non sarei stato capace di fare, il complesso sentimento che mi hanno sempre ispirato le rubriche delle Zia Agonia, il suo Ammiratore Da Tempi Non Sospetti.

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