E la converte in energia
Le finestre del futuro? Sono già una realtà e producono energia. Quelli che all’apparenza potrebbero infatti essere scambiati per comuni vetri da infisso sono invece lastre dotate di speciali nanoparticelle fluorescenti che assorbono e concentrano la luce solare convertendola in elettricità e trasformando l’intera superficie della finestra in un pannello solare. È questo il sorprendente risultato del lavoro di ricerca di un team che fa riferimento al Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano- Bicocca, coordinato dai professori Francesco Meinardi e Sergio Brovelli – rispettivamente docenti di Fisica della Materia e di Fisica Sperimentale – che da pochi mesi hanno dato vita allo spinoff Glass to Power, nato con lo scopo di sviluppare e industrializzare le caratteristiche principali della tecnologia dei Concentratori Solari Luminescenti ( LSC). « Si tratta di una tecnologia introdotta inizialmente negli Anni 70 per tentare di ovviare al problema del prezzo del petrolio, che in quel periodo era particolarmente elevato » , ci ha raccontato il Professor Brovelli. « Anche l’approvvigionamento energetico tramite impianti fotovoltaici risultava proibitivo per via degli allora altissimi costi di produzione dei pannelli solari al silicio. Era quindi necessaria una soluzione che permettesse di raccogliere luce solare su superfici ampie senza dover ricorrere banalmente all’utilizzo di grandi quantitativi di costoso materiale fotovoltaico » . Questa era dunque la sfida lanciata dei concentratori solari luminescenti: poter concentrare la luce solare su piccole celle fotovoltaiche, abbassando di molto il costo dell’energia per metro quadro di modulo solare. E su questo playground si giocano oggi i principali progetti sviluppati da Glass to Power. « Un concentratore solare luminescente consiste in un pannello di plastica trasparente, tipicamente polimetil metacrilato ( il comune plexiglass), in cui sono inseriti materiali capaci di assorbire la luce solare e riemetterla con lunghezza d’onda maggiore, comunemente noti come cromofori » riprende Brovelli. « La luce emessa dai cromofori è intrappolata nel pannello per il processo noto come riflessione totale interna, lo stesso su cui si basano le fibre ottiche per telecomunicazioni, e può fuoriuscirne solo lungo i bordi perimetrali, dove sono installate delle piccole celle fotovoltaiche. In questo modo, il pannello concentra su un’area più piccola la luce solare incidente su una grande area » . Per ovviare alle problematiche insite ai cromofori