Corriere della Sera - Sette

Tricarico,

L’album è un mantra in cui ogni brano è una forte emozione, come quelle del suo sensibilis­simo io

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Francesco Tricarico, milanese, classe 1971, è diplomato in flauto traverso al Conservato­rio di Milano.

Ci sono artisti che provocano per statuto, come strategia per attirare l’attenzione su di sé; altri artisti provocano per natura, perché sono, sempliceme­nte, come appaiono. Francesco Tricarico è diventato famoso per un singolo ( già allora la crisi discografi­ca era cominciata grazie a Internet e alla pirateria: i contratti si facevano ormai “a singolo”) e un ritornello: quell’insistente, ipnotico come una cantilena per bambini « puttana la maestra » di Io sono Francesco. Più che un’invettiva la rivelazion­e di un passato doloroso – l’infanzia segnata dalla morte del papà. Finì censurato da molte radio, un segnale di conservato­rismo un po’ anni Cinquanta che Tricarico prese lodevolmen­te con umorismo, tanto era lo stesso primo in classifica, lui sconosciut­o. Era il 2000, la sua carriera è continuata, è andato a Sanremo, ha insultato Piero Chiambrett­i in diretta ( pentendose­ne: fu maleducato), ha fatto teatro, dipinge: ora, tre anni dopo Invulnerab­ile ( già dal titolo, sempre sul filo dell’ironia: dal primo giorno Tricarico ha sempre ammesso la sua vulnerabil­ità) torna con Da chi non te lo aspetti ( Edel Italy): il primo singolo, Una cantante di musica leggera, è un duetto con Arisa, altra ar- tista eccentrica che segue un proprio personale percorso. « Da chi non te lo aspetti » , ha spiegato Tricarico, « è un mantra, uno stargate, un portale, un concept album. Il filo portante che unisce tutti i brani e ogni canzone è un’emozione, un’immaginazi­one, un’idea, un percorso per ritornare a se stessi, per recuperare il proprio sogno, la propria armonia rispetto al mondo » . Nelle undici canzoni inedite ( SOS Oliva, Paradiso, Una cantante di musica leggera, La bolla, Un nuovo amore, Il motivetto, Brillerà con Ale e Franz, Stagioni, Da chi non te lo aspetti, Ciao, Volo, Da chi non te lo aspetti per piano e voce) il mondo di Tricarico. Il mondo di uno che va oltre la musica ( ha scritto anche un libro di racconti, Sempliceme­nte ho dimenticat­o un elefante nel taschino, edito da Bompiani, storie di donne « perché le donne hanno una marcia in più » ) . Tricarico tanto pieno di interessi da andare spesso se non quasi sempre al di là della musica, pur ammettendo che « la musica mi ha salvato » : prima gli studi classici in Conservato­rio e poi la musica leggera e l’arte. Una dichiarazi­one d’amore sincera come quell’insulto, tanti anni or sono, contro una maestra crudele che aveva offeso un bambino senza papà. gendaria la sua mousse ai tre cioccolati. « Sono sempre stato super goloso di dolci. Mia mamma a Natale in Germania preparava fino a 50 tipi di biscotti diversi. E io le davo una mano... leccando le pentole » . È convinto che, quando c’è crisi, i dolci crescono, perché aiutano a togliere l’amaro dalla vita. Perché il pasticcere non il cuoco? « La pasticceri­a ha qualcosa in più: un buon dolce salva la cena; uno pessimo la rovina » .

Sentire Maria Callas cantare suscita (spero) la stessa sensazione di mangiare uno dei miei dolci: un’esperienza unica, di cui poi non si riesce a fare a meno. Già in giovane età questa è sempre stata una delle mie canzoni preferite: ora la sua musica, e questa canzone in particolar­e, mi accompagna­no quando realizzo le mie creazioni in laboratori­o. La mamma morta, non prende solo l’udito, ma coinvolge tutti e cinque i sensi, proprio come il cioccolato. Dolce e amaro.

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