Corriere della Sera - Sette

Quei musicisti che fecero di Dante e lo usarono come paroliere

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THE BOSS. Scrive Rosanna Del Vecchio: « Quanto mi è mancato. Ah, se mi è mancato! Lo so, lei non è simpatico ( non sempre, almeno) e spesso promuove libri terribili. Ma dopo averla letta sulla autobiogra­fia del Boss, lei torna nell’Empireo dei miei critici di riferiment­o » . Non se la prenda, ma l’Empireo dei suoi critici di riferiment­o a me sta un po’ stretto. Non ha di meglio?

NON È VIOLETTA. Scrive Francesco Fioretti: « Riguardo alle sue profezie ( dantesche) su Bob Dylan e Dante ( « Bob Dylan apprezza molto Dante […]. Ma Dante avrebbe ricambiato? Credo di sì » ) , vorrei corroborar­le con la semplice consideraz­ione che le poesie giovanili del cantore di Beatrice ( non Dylan, l’altro) erano scritte per essere musicate ( non per niente erano canzoni, sonetti, ballate), e conosciamo i nomi di ben tre musicisti che ne fecero il loro Mogol: tal Schochetto, un certo Lippo e l’indimentic­abile Casella, quello che si mette a cantare sulla spiaggia del Purgatorio una canzone di Dante ( è il primo degli amici incontrati in Purgatorio: ma il secondo è Belacqua, che oggi diremmo, guarda un po’, un fabbricant­e di chitarre - sia pure, di liuti). Non mi dilungo sugli altri due ( Schochetto avrebbe arrangiato Deh Violetta, che ’n ombra d’amore, a Lippo Dante manda una pulzella nuda da rivestire, ovvero un testo da mettere in musica - non sappiamo quale). I tre compaiono insieme in un sonetto di un poeta trecentesc­o ( Nicolò de’ Rossi) che elenca i bei musici che allietavan­o Bologna quando lui era giovane. Sul Nobel a Dylan, che peraltro se le suona da solo, Dante non avrebbe avuto da eccepire. E lei dunque s’atteggi pure a profeta di buone nuove. Mi dia retta, s’atteggi » . Ma lei che sa tutto conosce anche il motivo di Deh Violetta?

ERRATA CORRIGE. Giuseppe Gaeta: « Al lettore sconfitto dai Karamazov suggerirei di leggere almeno il capitolo IV del libro V “La ribellione”. Sono una quindicina di pagine indelebili. Concordo poi con lei, professore: Delitto e Castigo è più leggibile, un romanzo tecnicamen­te e stilistica­mente perfetto, eguagliato in questo da Madame Bovary e pochi altri. Anna Karenina è bellissimo e appassiona­nte ma non così perfetto. Ora sono a metà di Eccomi di Foer, certe pagine sono divertenti con battute fulminanti, ma lo trovo faticoso: troppi dialoghi, flash back, ogni tantomi perdo » . Pochi giorni dopo il lettore mi ha mandato un’altra mail. « Errata corrige. A pagina 380 di Eccomi mi sono arreso, ho quasi 70 anni e i libri non terminati si contano sulle dita di due mani, e non tutte » . Ha mai letto Paolo Volponi?

FORZA SPAL. Carlo Quadrelli: « Di Oscar Massei ho un ricordo d’infanzia legato alle figurine Panini. La Spal faceva bella mostra di sé nell’album che avevo appena completato, mi sembra che ci fosse anche un giovanissi­mo Capello. Forse il fascino di quelle foto mi è ritornato alla mente quando ho cominciato a leggere il grandissim­o Giorgio Bassani e la descrizion­e di Ferrara nei suoi libri. A me al contrario di Silvano Calzini mi è venuta voglia di visitarla quella meraviglio­sa città. Una delle visite più sorprenden­ti, commoventi, intense che mi siano mai capitate. Ferrara ha un carattere misterioso e per questo affascinan­te. Tutto si tiene: Oscar Massei, le maglie della Spal, il presidente Mazza, Micòl Finzi- Contini, palazzo Schifanoia, Cosmè Tura, Boldini, De Pisis, la Metafisica e tutto quello che mi scordo » . adorrico@rcs.it

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