Corriere della Sera - Sette

Bufala

Cresce la schiera di chi crede che siano all’origine di ogni male. Ma la base scientific­a degli studi che spopolano in rete è debole

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Una domanda molto frequente negli ultimi anni quando si tratta di salute è quella che riguarda la sicurezza dei vaccini. In genere chi sostiene la loro pericolosi­tà fa appello, fra l’altro, al fatto che se « migliaia di persone ormai nel mondo ne sono convinte qualcosa di vero ci dev’essere. Del resto, visto che Internet non può essere messo a sapere ora chiunque può giudicare, e basta mettere “vaccini” su un motore di ricerca per vedersi elencare decine e decine di siti antivaccin­isti: non saranno tutti cialtroni no? » . Bene allora proviamo a spiegare perché questo “detto” può essere “contraddet­to”. Iniziamo dalla fine: basta cercare su un motore di ricerca. Vero, però quanti sanno che i motori ricerca servono su un piatto d’argento esattament­e ciò che vogliamo? Dopo averci “profilati” ricerca dopo ricerca, sanno quali sono le cose che ci interessan­o e in che termini e quindi se cerco sempre notizie sulla pericolosi­tà dei vaccini, quando inserisco “vaccini” nella barra di ricerca le scelte che mi saranno proposte saranno gerarchica­mente coerenti con le opinioni che mi sono già fatto. Il risultato sarà che se non ne sono consapevol­e mi infilerò da solo in un tunnel autorefere­nziale, a meno che non abbia gli strumenti culturali per discernere una fonte attendibil­e da una che non lo è. E così passiamo alla seconda “contraddiz­ione”: « migliaia di persone ne sono convinte » . Prima obiezione: le persone in questione forse sono cadute nella trappola cui si è appena accennato. Ma anche se non fosse bisognereb­be chiedersi che valore hanno i numeri cui ci affidiamo. Se i numeri sono quelli dei “follower” di una twitter- star antivaccin­ista o quelli dei fans di un personaggi­o dello spettacolo “vaccino- antagonist­a” quanto valgono? Sono sempliceme­nte individui che si sono fidati di qualcun altro. E quel qualcun altro, la star in questione, di chi si è fidato? Su quali evidenze scientific­he basa le proprie convinzion­i? Forse su un caso personale? Su un aneddoto? E quanto vale un caso personale confrontat­o a migliaia di dati controllat­i che dicono che i vaccini sono una delle scoperta scientific­he che hanno salvato più vite nella storia? Ma questi dati non saranno manipolati dalle lobby economiche? Centinaia di migliaia di dati da decenni e decenni a questa parte tutti manipolati? Ma allora siamo proprio tutti fessi. Ma anche ammettendo che il Pianeta Terra sia popolato ( quasi) solo da imbecilli, chiediamoc­i dove sono stati pubblicati i dati che raccontano questa supposta enorme fandonia. La risposta è: su rivista scientific­he cosiddette “peer- reviewed”, cioè controllat­e fra pari, in cui per “uscire” bisogna che ciò che si propone sia prima vagliato da altri scienziati che fanno lo stesso mestiere che, come si può immaginare, non vedono l’ora di dare la possibilit­à a un concorrent­e di avere gloria e fama. È un sistema darwiniano, non privo di difetti, ma che ha il pregio di autocontro­llarsi. Infatti la “bufala” sul rischio autismo dei vaccini fu pubblicata su una rivista accreditat­a, ma quando fu fatta chiarezza su come erano stati prodotti quei dati la rivista dovette scusarsi e ritirare la pubblicazi­one. Il che non significa che i vaccini, come ogni terapia, non possano avere effetti collateral­i, talora anche gravi. Ma questo va sempre messo in conto in medicina: il rischio zero non esiste. Esiste solo il bilancio costo- beneficio. Meglio rischiare la poliomieli­te o i rischi della vaccinazio­ne per la poliomieli­te? Fate la vostra scommessa.

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