Corriere della Sera - Sette

Amica”.

Non è un sentimento diverso, è paritario. È vero, qualche volta penso che questo sdoppiarmi mi farà ammalare, ma mi basta vedere una delle due per sentirmi felice come non mai. Chissà se capita anche ad altri e spero di sì

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Amo lei e amo lei. Cioè, la seconda “lei” è “l’altra”. Ma per me conta quanto la prima. (…) Sposato, senza figli, vicino ai cinquanta e ne sono felice. Il mio matrimonio non ha nulla che non vada, anzi. Ci siamo scelti quindici anni fa, ci siamo riscelti più volte, ci siamo reciprocam­ente perdonati tante cose e insomma lo rifarei a occhi chiusi. Però non avevo messo in conto lei, cioè l’altra. L’ho conosciuta online, come si dice oggi, ci siamo incontrati e da quel caffè lungo, americanis­simo, non ci siamo più lasciati. Banale? No, mi creda. Non c’è niente di banale nel fatto di amare due persone nello stesso tempo e non parlo di amori diversicom­e fanno tanti uomini («la moglie è la moglie e non si tocca», che discorso noioso): io le amo entrambe allo stesso modo, come se fossero una sola persona. Qualche volta penso che questo sdoppiarmi mi farà ammalare ma mi basta incontrarn­e una (lei o l’altra, è lo stesso), parlarle, starle vicino per sentirmi felice come non mai. Chissà se capita anche ad altri. Spero di sì (…) —Pier Paolo M.

Caro Pier Paolo, come non essere d’accordo con lei nel fatto che non ci sia nulla di banale nell’amare due persone contempora­neamente? Anzi, direi che c’è qualcosa di eroico ( immagino le difficoltà logistiche nel condurre una regolare doppia vita sentimenta­le). Ma cogliamo bene il senso della sua lettera e del suo amore: lei ama sua moglie e la sua amica ( in questa rubrica si cerca di evitare il termine amante per un profondo rispetto verso l’etimologia) allo stesso modo. Con la stessa intensità, persino a volte con lo stesso desiderio sessuale. Come se volesse distribuir­e il suo amore su più persone, in un alleggerim­ento emotivo molto comprensib­ile, oggi. Siamo ancora capaci di investire tutto su una sola persona? O questo ci costa troppa fatica, trattandos­i di un impegno che può soccombere davanti alla scomparsa della famiglia tradiziona­le? In fondo, le tecnologie della comunicazi­one sembrano invitarci a queste forme di poliaffett­ività: grazie alle chat imbastiamo relazioni virtuali parallele tutto sommato innocue ma che ci “mantengono vivi” ( come dicono alcuni miei amici). Lei, Pier Paolo, ha sempliceme­nte trasferito questa concomitan­za di interessi nella vita reale e così ama entrambe allo stesso modo. Io sono convinta che in un mondo spossato dai desideri e dall’ansia di perfezione, ogni amore sia un dono. Un dono preziosiss­imo da difendere anche a costo di una gimkana quotidiana tra telefonate e incontri. Poi, si vedrà. Ci faccia sapere. sul cellulare. Le lettere di carta ricevute da un figlio emigrato all’estero sono state sostituite da email asettiche. Si è vero, è tutto più efficiente e rapido, ma anche tutto più triste e privo di brio e sentimento. Che brutto leggersi un libro e trovare cose che io reputo abominevol­i come WhatsApp o Facebook. Io ho 25 anni, sono cresciuto

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