Peppe Aquaro
Al Genio aretino. Un maestro della parola celebrato ancora oggi a teatro
Un vero e proprio Matusalemme per i sui tempi. Eh sì, perché, nel 1300, l’aspettativa di vita era intorno ai 45 anni, ma Francesco Petrarca, quando morì – il 19 luglio del 1374 ad Arquà, sui Colli Euganei – di anni ne aveva addirittura settanta. « Però era ridotto malissimo, sempre più cupo, solitario, e pronto a prendersela con tutti. Anche da giovane non è che fosse mai stato un gran simpaticone » , racconta Amedeo Quondam, professore emerito di Letteratura italiana all’università la Sapienza di Roma, e grande esperto del Petrarca e dell’Europa delle corti, frequentate in lungo e in largo dall’autore del Canzoniere. C’è un saggio, Le vie del Latte, pubblicato una ventina d’anni fa da Piero Camporesi, nel quale, l’antropologo della letteratura italiana ci offre una descrizione più che realistica del Petrarca, il poeta diplomatico in viaggio a cavallo verso le corti del Nord Italia e per nulla contento di sostenere gli eccessi della cucina viscontea. « Sì, quelle pagine sono un utilissimo tassello per ricostruire un identikit del ritore dei versi cantati a cappella, il madrigale cinquecentesco » , spiega il professore. E che la poesia di Petrarca conservi ancora oggi tutta la sua forza musicale, lo dimostrano i numerosi recital a teatro dedicati al Genio aretino. Cesare Bocci, per esempio, il Mimì Augello del Commissario Montalbano televisivo, recentemente, in Parole d’amore, ha recitato alcuni componimenti del Canzoniere, dedicato alla mitica Laura. « Non credo abbia molto senso chiedersi se questa donna sia una invenzione del poeta o se sia esistita davvero: ciò che conta è la magica autonomia letteraria di Laura » , dice Quondam, del quale sarà presto pubblicato per la Treccani un saggio sull’amore cortigiano. Ma se volessimo, come dire, fare le pulci alla donna che il poeta incontrerà per la prima volta il 6 aprile del 1327 ad Avignone, dovremmo rifarci alle indagini di un parente del Marchese De Sade, secondo il quale si tratterebbe della moglie del marchese Ugo di Sade. I due si sposarono nel 1325, due anni prima dell’incontro tra Laura e Petrarca, che le dedicherà il sonetto « Era il giorno ch’al sol si scoloraro » . Classico esempio di amor cortese. « E di altissima considerazione della figura femminile » , sottolinea, con ironia, Quondam, ricordando « la carognata di Petrarca a Boccaccio » , quando decise di “rubargli” la storia di Griselda, protagonista dell’ultima novella del Decamerone, traducendola in latino. « Petrarca non amava la narrativa, la riteneva una sciocchezza rispetto alla poesia. La verità è che non era nelle sue corde. Così, camuffando in un esempio di intensa moralità Griselda, non fece altro che mettere in un cantuccio sia il “volgare Boccaccio”, sia la figura della donna, che deve essere silenziosa e obbediente » , conclude il critico. Cartoline da Arezzo. Laura e Petrarca nell’interpretazione pittorica di Philippe Jacques van Bree. Qui sopra, il dvd FrancescoPetrarca, in edicola con il Corriere dellaSera a 11,99 euro. Sotto, l’attrice Licia Maglietta. fondatore dell’Umanesimo, ma il suo ritratto se lo ritaglia da solo lo stesso Petrarca, quando recupera per primo, riadattandolo, il genere letterario dell’epistola, una forma di comunicazione tra dotti e potenti praticamente scomparsa dopo Cicerone » , osserva Quondam, critico letterario – insieme a Lina Bolzoni – nel dvd, Francesco Petrarca, seconda uscita della collana “I Grandi della Letteratura italiana”, da ieri in edicola con il Corriere della Sera a 11,99 euro, escluso il costo del quotidiano. La Roma classica fa da sfondo al racconto del poeta e delle sue opere, recitate da Licia Maglietta, mentre Edoardo Camurri accompagna lo spettatore sul Campidoglio, dove Petrarca, l’ 8 aprile del 1341, sarà incoronato Poeta.
Il madrigale. « Tre secoli dopo la morte del cantore di Laura, la poesia sarà sempre più petrarchesca: perfino Tasso e Giambattista Marino dovranno piegarsi al sugge-