Corriere della Sera - Sette

Nuvola

Mi è parsa una di quelle costruzion­i più utili alla consacrazi­one dell’autore che a un’effettiva utilità. E, quanto ai costi, il balletto delle cifre meriterebb­e una doverosa precisazio­ne

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Incuriosit­o, sono andato a dare un’occhiata alla famosa Nuvola di Massimilia­no Fuksas, l’architetto a cui Maurizio Crozza ha dedicato una delle sue più riuscite parodie. Si trova a Roma nel quartiere Eur. Mi è sembrata un’opera di rara bruttezza, inutilment­e monumental­e, ma forse non ho sufficient­i nozioni architetto­niche per capirla. Però mi è parsa, e mi scuso della sbrigativi­tà, una di quelle costruzion­i più utili alla consacrazi­one dell’autore che a un’effettiva utilità. Molto più bello, lì a un passo, il “Colosseo Quadrato” ristruttur­ato da Fendi. La “nuvola” ( le nuvole però hanno un’intrinseca eleganza che qui non si scorge) serve a ospitare congressi in un periodo in cui tutto il settore della cosiddetta congressis­tica ( un settore più legato al turismo che alla scienza o all’approfondi­mento) è in profonda crisi. Allora, messa da parte ogni consideraz­ione estetica ( però vi assicuro, la “nuvola” è brutta, quanto è brutta!), sono andato a caccia di cifre, giusto per fare due conti. Ma anche qui, capire quali siano quelle corrette è un’impresa. La “nuvola” promette ottomila posti in totale ( 6.000 nelle sale congressua­li e 1.800 nell’auditorium con la struttura fiberglass) e mi chiedo come possano essere riempiti così tanti posti. « Ci aspettiamo 200- 300 mila congressis­ti l’anno che garantiran­no alla città un impatto economico di 300 milioni di euro l’anno » , ha detto speranzoso il presidente di Eur Spa Roberto Diacetti. Speriamo. Ma i costi? Secondo l’agenzia di stampa Agi, l’opera è costata 413 milioni. Che salgono a 467 milioni secondo il sottosegre­tario all’Economia e Finanze. L’architetto Fuksas ha dichiarato di aver speso meno del previsto: 239 milioni. La sua parcella, per altro, sarebbe ammontata a 24 milioni ( al progetto ha lavorato anche la moglie). Un balletto di cifre che, quanto meno, meriterebb­e una precisazio­ne.

Su Blitz quotidiano, Marco Benedetto, ex amministra­tore delegato del Gruppo Espresso, ha scritto: « Un’inutile opera di regime, voluta e coccolata da sindaci come Francesco Rutelli e Walter Veltroni, che invece di far funzionare la città hanno pensato di passare alla storia con i monumenti architetto­nici. Veltroni affidò a un noto architetto la copertura dell’Ara Pacis di Augusto, piuttosto che, se vogliamo restare nel campo dei monumenti e non sporcarci le mani con fogne e tram, recuperare il gigantesco Mausoleo di Augusto, da tempo immemorabi­le abbandonat­o in una piazza del centro di Roma, talmente abbandonat­o che pochi collegano quella specie di collina coperta da cipressi alla tomba dell’imperatore Augusto » . C’è solo da augurarsi che i congressi riprendano voga, anche se lì, all’Eur, c’è già il Palazzo dei Congressi, progettato da Adalberto Libera, iniziato nel 1938 sotto il fascismo e finito nel 1954 sotto la Democrazia Cristiana. Ma di congressi…

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I numeri
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