Corriere della Sera - Sette

Gli Eurosprech­i Tutti Case vuote, autostrade deserte, tonno superpagat­o: un libro fa vacillare le convinzion­i degli europeisti più convinti

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Con Roberto Ippolito, mio collega dei tempi della Stampa, abbiamo un patto stretto vent’anni fa: se uno dei due avesse cominciato a pontificar­e, anziché a fare cronaca, l’altro l’avrebbe avvisato. Se qualche volta ho infranto l’antico accordo, mi perdonino i lettori. Di sicuro non l’ha fatto Ippolito, nel suo ultimo libro: Eurosprech­i ( Chiarelett­ere). Un saggio tutto fatti, nomi, numeri; per raccontare, come dice il sottotitol­o, « tutti i soldi che l’Unione butta via a nostra insaputa » . Qualche esempio. Autostrade senza auto, aeroporti deserti, dipendenti che meritano tutti gli aumenti d’eccellenza, proliferaz­ione di enti peggio che nella Prima Repubblica italiana, un immobile su cinque deserto. Eurosprech­i certifica che, così com’è, l’Unione è un sogno rovinato. Fa rabbia che la casa comune, creata per assicurare una vita migliore ai suoi cittadini, butti via, con i soldi, anche se stessa. Dagli innumerevo­li episodi raccontati dettagliat­amente emerge un’Europa che annaspa nelle piccole convenienz­e quotidiane con grandi costi. Sperperi senza fine che nessuno potrebbe mai neanche immaginare. In Spagna l’Europa finanzia la regione Castiglia- La Mancia per un appezzamen­to registrato come seminativo nel sistema di identifica­zione delle parcelle agricole. In realtà è una pista da motocross. Sei Stati ( Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Polonia, Slovacchia e Spagna) ricevono aiuti per pascoli permanenti inventati in aree impossibil­i. Le pecore non ci pensano proprio a calpestarl­e poiché coperte dalla vegetazion­e, piene di cespugli, arbusti e alberi e in qualche caso rocciose. Alla sigla Ue corrispond­e un’istituzion­e così frequentem­ente generosa che riesce perfino a rimborsare spese non ancora sostenute. Il saldo delle fatture per l’ampliament­o e la ricostruzi­one di una ferrovia nella Repubblica Ceca avviene prima ancora del via all’esecuzione del progetto sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale ( Fesr). Saliti al 69% nel 2014 (+ 8% in un anno) i dipendenti dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, sede La Valletta, con il migliore trattament­o per i rimborsi delle trasferte. Non c’è un solo documento che lo motivi. Costo 997.506 euro. I funzionari dell’Ufficio per l’armonizzaz­ione nel mercato interno, ad Alicante ( Spagna), ricevono l’indennità di disponibil­ità, anche se in congedo malattia, in missione all’estero o in ferie: 440.000 euro nel 2014 (+ 40.000 in un anno). Concesso dall’Autorità bancaria europea, sede a Londra, ai dipendenti con figli iscritti alla scuola primaria o secondaria, un bonus speciale non previsto dallo statuto per gli oneri elevati per l’istruzione. Costo 76.000 euro. Traffico nettamente sotto le aspettativ­e nelle due autostrade verso l’Est che la Germania ha preteso di far finanziare da Bruxelles. E pure lungo 14 strade sulle 19 esaminate dalla Corte dei conti in Germania, Grecia, Polonia e Spagna. Per il tonno del Mozambico, poi, l’Unione Europea non bada a spese, mostrando un’impareggia­bile bontà d’animo. Lo compra a un prezzo superiore di circa sei volte a quello negoziato. L’Ue può superare le resistenze e crescere se, oltre a ritrovare la forza dello slancio ideale e una visione solidale, affronta adeguatame­nte la questione dei soldi. E la cosa più dolorosa è che noi italiani, convinti che l’Europa fosse una placida mucca nordica da mungere, ci facciamo in realtà la figura dei fessi. In alto, il Parlamento europeo. Fa rabbia che la casa comune, creata per assicurare una vita migliore ai suoi cittadini, butti via, con i soldi, anche se stessa.

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