Corriere della Sera - Sette

Libertà di migrare

Accettiamo la ma favoriamo la libertà di restare

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L’Europa ha la sensazione di essere assediata dai migranti e dai rifugiati. Le opinioni pubbliche sono molto sensibili: temono l’insicurezz­a, il terrorismo, la conflittua­lità interna con gruppi inassimila­bili. I populismi soffiano su queste paure, chiedendo ai governi fermezza. Si ripete tante volte che i “miserabili” del mondo intero non possono riversarsi sull’Europa. Nascono politiche, condotte dagli Stati nazionali, spesso incapaci di fronteggia­re il fenomeno. Soprattutt­o, c’è una percezione emotiva dell’invasione. Ma le masse umane in movimento non mirano solo all’Europa. Gli spostament­i in Africa sono massicci. In un campo del Nord del Mozambico, ho visto somali, eritrei, congolesi e altri. E, in Medio Oriente, Libano, Turchia e Giordania accolgono la gran parte dei rifugiati siriani. L’emergenza e l’emotività non sono il terreno su cui affrontare i problemi degli spostament­i di popolazion­e nel mondo globale. Le migrazioni sono una componente struttural­e del nostro futuro. Ho trovato importante la prospettiv­a di un piccolo libro di Valerio Calzolaio e Telmo Pievani, Libertà di migrare, edito da Einaudi, che ruota attorno all’idea di “lungimiran­za”: « Non è certo » , scrivono gli autori, « con la facile rincorsa al consenso di breve periodo né con le emozioni estemporan­ee che si potrà affrontare una realtà che sta evolvendo da due milioni di anni » . Aggiungono: « La virtù necessaria in questa impresa è anche una delle più scarse del momento: la lungimiran­za verso il passato e verso il futuro » . Sì, anche verso il passato. L’umano migra da sempre, mosso dalla ricerca di un ambiente migliore dove vivere, spostandos­i a tentoni per migliaia di anni attraverso una terra che non conosce. L’umano e il camminare vanno di pari passo, anzi migrare è una metafora della vita, laddove via e vita spesso si confondono. Si legge in questo libro: « Il fenomeno migratorio umano è struttural­e e costitutiv­o della no- stra identità di genere » . Gli esseri umani si sono evoluti, migrando, mentre il cervello cresceva con la capacità migratoria e la flessibili­tà adattativa. È una vicenda di due milioni di anni. È quella di Abramo, cui ebraismo, cristianes­imo e islam fanno riferiment­o: partì verso una terra che non conosceva e che sperava di trovare. Il prototipo dell’homo religiosus è un migrante. La famiglia di Giacobbe, figlio di Abramo, era di rifugiati ambientali alla ricerca di sostentame­nto in Egitto. L’uomo migra da sempre e continuerà a farlo, seppure in modo diverso. Non si può restare solo nella prospettiv­a del momento presente. Le categorie dello Stato nazionale, con le sue frontiere, unico regolatore dei flussi, non bastano più a governare un fenomeno, connatural­e all’umano, anche se oggi in dimensioni globali. Se, di fronte all’economia globale, gli Stati nazionali hanno rinunciato a tante prerogativ­e, devono cercare modi e attori ( globali) per affrontare il problema migratorio. Qui, c’è il ruolo dell’Unione Europea, che ha le dimensioni per trattare la questione e responsabi­lizzare i Paesi da cui provengono i migranti. Infatti, con la libertà di migrare, va affermata ( e favorita) la libertà di restare. Eppure gli Stati europei non intendono delegare all’Unione una parte delle loro responsabi­lità e spesso nemmeno rispettare gli impegni presi. Sono convinti del forte impatto elettorale dei migranti. Ma bisognerà pure far maturare le opinioni pubbliche: è l’unica via per non restare stretti tra la pressione migratoria e quella delle paure. A scuola, l’insegnamen­to non tiene conto che tanta parte della storia umana è stata fatta dalle migrazioni. Oggi, lo spostament­o delle popolazion­i non è la fine di un mondo, ma un grande passaggio storico. Va gestito, facendo crescere coscienza e cultura, ma anche coinvolgen­do insieme i Paesi di arrivo e di provenienz­a. Un’utopia? In attesa di realizzare più larghe prospettiv­e l’Italia, nel Mediterran­eo, esercita una supplenza al posto di altri Stati, salvando vite umane.

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